Il Sole 24 Ore

Avvenire: bene Grillo ma il Paese sarà esigente

Ipsos: oltre il 50% dei cattolici ha votato Raggi a Roma e Fassino a Torino

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«È Grillo il vero vincitore». L’Avvenire, il quotidiano della Cei, ieri ha dato le pagelle ai protagonis­ti del voto alle amministra­tive. Di fatto promuovend­o non soltanto Grillo (8), Appendino (9) e Raggi (7,5) ma l’intera strategia pentastell­ata: «La corsa in solitaria, il no a qualsiasi alleanza, la scommessa sulla legalità e su uomini (e donne) senza macchia, la forza della Rete rispetto a quella della popolarità dei candidati».

Per Matteo Renzi, di contro, neppure la sufficienz­a, ma un 5. Il merito che gli va riconosciu­to è l’onestà di aver «ammesso» la sconfitta, sua e del Pd. La verifica finale, scrive il quotidiano, si avrà a ottobre con il referendum sulle riforme. E lo si aspetta «al varco dell’Italicum: ha sempre sostenu- to che la legge elettorale andava bene così perché era fatta per assicurare il governo del Paese, e non per il Pd». Cambiarla ora sarebbe una modifica «ad partitum».

Ma adesso per i Cinque Stelle arriva il difficile: «C’è tanto da dimostrare». «Il Paese ha dato fiducia a M5S ma - avverte Avvenire - il Paese sarà esigente, attento, capace di punire a posteriori come è stato capace di premiare, prima. Pizzarotti e Nogarin (oggi sindaci M5S a Parma e a Livorno) spesso hanno traballato. Ora aspettiamo le prime mosse di Raggi e Appendino. E pensiamo all’ultima sfida di Beppe: “Costringer­emo i nostri avversari a diventare persone perbene”. Un bel proposito». Tutto da attuare per provare che «legalità e capacità di governo non erano solo un’allucinazi­one di Grillo e Casaleggio».

La posizione attendista ma non pregiudizi­ale del quotidiano si sposa con un’indagine Ipsos, riportata da Radio Vaticana, che ha fotografat­o il voto cattolico: a Milano i cattolici che vanno settimanal­mente a Messa hanno votato in modo equanime per Stefano Parisi e Giuseppe Sala, 50%-50%. A Roma sono prevalse le preferenze per Virginia Raggi (53%), mentre a Torino il voto cattolico è andato a Piero Fassino (54%). «In questo caso - ha spiegato Luca Comodo, della divisione politico-sociale dell’Istituto - ha fatto premio la percezione di continuità di buona amministra­zione che a Fassino era riconosciu­ta».

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