Garanzia giovani, in 73mila al lavoro
Superato il primo target di spesa certificata dalla Ue con 150 milioni di euro
Tra quanti hanno usufruito del programma Garanzia giovani, in 170mila hanno svolto un tirocinio extracurriculare, e in 73mila hanno trovato un’occupazione dipendente.
Lo rileva l’Isfol nel monitoraggio del programma cofinanziato per complessivi 1,5 miliardi dall’Unione europea, rivolto a migliorare l’occupabilità dei giovani italiani nella fascia dai 15 ai 29 anni, i cosiddetti Neet (not in education, employment or training) che non lavorano, non studiano e sono fuori da ogni ciclo di formazione e istruzione. A poco più di due anni dal lancio di Garanzia giovani, ecco in sintesi il bilancio del programma - la cui attuazione è stata finora oggetto di forti polemiche -, che è stato presentato ieri: si sono registrati nel portale in oltre 1 milione, ma dopo le cancellazioni ne sono rimasti in 982mila (il 57% del bacino potenziale di Neet); tra questi in 855mila si sono mostrati disponibili alla presa in carico da parte dei servizi per il lavoro, avvenuta per 630mila utenti registrati al sito. Con la presa in carico, al giovane vanno offerti servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro individualizzati, inserimento in percorsi di istruzione, formazione o un’esperienza di lavoro. Quasi la metà dei giovani si è recata per la prima volta presso il centro per l’impiego (o l’ Agenzia per il lavoro) presso il quale va stipulato il patto di servizio. Al 31 marzo per poco più di 265mila giovani presi in carico dai servizi è stato avviato un intervento di politica attiva (circa il 42%) e in 197mila hanno terminato il percorso.
Quali opportunità sono state offerte? Il tirocinio extracurriculare è l’intervento più diffuso, rappresenta il 64% delle azioni avvia- te (quasi 170mila giovani), seguito a distanza dall’accompagnamento al lavoro con l’11% (ha coinvolto 29mila giovani) che presenta valori analoghi alla formazione (per inserimento lavorativo o reinserimento). Sul versante dell’occupazione il monitoraggio riguarda solo il lavoro dipendente, escludendo lavoro autonomo e l’autoimpiego. In 73.289 sono occupati dopo aver concluso il programma (pari al 37,8% degli interessati), mentre 115.559 sono gli occupati che non hanno concluso il programma (il 21,2% degli interessati). «Il tasso di inserimento nel lavoro vuol dire che chi partecipa al programma ha più chance occupazionali dei giovani che non l’hanno avviato o concluso», ha spiegato Stefano Sacchi, commissario dell’Isfol, aggiungendo che circa un terzo dei giovani ha trovato lavoro ad un mese dalla conclusione del percorso, il 40% a tre mesi e il 43% a sei mesi.
L’Isfol evidenzia come sia stato superato il primo target comunitario fissato in 110milioni di euro di spese certificate e rendiconta- te al 23 maggio, con oltre 150 milioni di spesa certificata, nonostante alcuni scostamenti regionali (Calabria, Campania e Puglia sono distanti dal target). I prossimi obiettivi da raggiungere sono 835 milioni di euro (2017) e 1,5 miliardi (2018). Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha ricordato che il governo italiano ha proposto il rifinanziamento di Garanzia Giovani per complessivi 20 miliardi di euro al 2020: «Per il periodo transitorio che potrebbe restare scoperto prima del rifinanziamento Ue - ha aggiunto il ministro - stiamo lavorando ad un accordo con le regioni per mettere nostre risorse, per continuare a far marciare la macchina in attesa dei rifornimenti europei». D’accordo l’assessore al Lavoro della Toscana Cristina Grieco, coordinatrice delle regioni per Garanzia Giovani, che ha proposto «l’inserimento nel programma anche dei rifugiati e dei minori non accompagnati». Per M5 stelle «è un bluff, i dati sconfessano le menzogne del governo».
IL RISULTATO Il ministro Poletti: «Chiesto il rifinanziamento per 20 miliardi al 2020». Sacchi (Isfol): «Più chance occupazionali per chi partecipa al programma»