Per Armani giacche soft
Lo stilista chiude la quattro giorni di sfilate: «Siamo bravi nel bello da vendere» Soft tailoring sartoriale anche da Boglioli, uomo in blu per Etro
p rando i gesti da costrizioni obsolete liberano e fortificano la persona. La sua moda è un modo, profondamente italiano nella valorizzazione del corpo come misura di tutte le cose. La nuova collezione è l’ennesima, riuscita iterazione del topos armaniano per eccellenza: soft tailoring. Le giacche svuotate di ogni imbottura e contrafforte sono peró, se possibile, ancora più leggere: praticamente dei cardigan. Sulle superfici si stende una patina poetica di vissuto nella forma di nuovi trattamenti, oppure brulicano geometrie che ricordano maioliche caraibiche. Altrimenti, si accende un inatteso rosso pompeiano. «Lascio ad altri designer follie e stravaganze - conclude lo stilista - Io amo la pulizia, cui aggiungo un frisson ».
Il soft tailoring di Boglioli è di natura più spiccatamente sartoriale, e se possibile formale. Eppure il giovane e capace direttore creativo, Davide Marello, riesce a coniugate buone maniere e rilassatezza. Quella che propone è un’eleganza pittorica fatta di colori fusi e forme naturali, trasversale per gusto ed età di riferimento. Il pittoricismo di Missoni prevede sempre scenari en plein air: l’uomo della casa è avventuroso e passionale, come volle l’indimenticabile Tai. A questo giro porta i bermuda, sempre e comuque, con la sciarpa legata in vita. L’uomo in blu di Etro - un uomo vero, visto l’esilarante cast di amici d’ogni età di Kean Etro - mescola il più tradizionale e lirico dei colori con motivi ikat e texture fuse, perchè ha la multiculturalità nel dna, metre da Dirk Bikkembergs il tema sport è come sempre protagonista in una collezione che celebra i muscoli ma non mortifica il cervello. Show misto uomo/donna - il probabile format del futuro - per i ninja metropolitani di Marcelo Burlon County of Milan e la tribù brutalista e lirica di Damir Doma, designer che, in modi diversi, hanno portato entrambi una ventata di nuovo nel panorama milanese. Perchè è vero che a Milano si vende, ma ci sono infiniti modi e stili per farlo.