Ericsson, salta l’incontro al Mise
L ’incontro previsto per oggi al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Ericsson Italia non ci sarà. A deciderlo è stata l’azienda, che lo ha comunicato al Mise.
La settimana scorsa la branch italiana della multinazionale svedese ha formalmente avviato una procedura di riduzione del personale per un massimo di 322 persone. Non è stato propriamente un fulmine a ciel sereno per i lavora- tori, visto che se ne vociferava da qualche tempo. Ma le proteste, soprattutto a Genova, la sede più colpita, non si sono fatte attendere. Intanto il Mise, con il viceministro Teresa Bellanova, si è subito mosso convocando le parti. Ma l’azienda per il momento ha detto no. Motivo? «Il confronto di merito previsto dalla legge 223/91 - ha spiegato Ericsson Italia in una comunicazione inviata al Mise – deve svolgersi per la fase esclusivamente sindacale nelle sedi delle Associazioni degli Industriali cui le aziende stesse appartengono». Insomma, nei primi 45 giorni se la dovranno vedere azienda e sindacati, come da procedura. Solo do- po, e per altri 30 giorni, la palla può passare al ministero del Lavoro.
Con questa mossa Ericsson Italia ha formalmente chiarito di volersi attenere alla procedura e il Mise ne ha preso atto ribadendo «la propria disponibilità ad attivare il confronto fra le parti» e precisando che «si riserva di attivare il tavolo di confronto qualora ne ravvisasse la necessità».
Dall’altra parte le organizzazioni sindacali si preparano a indire uno sciopero generale dei lavora- tori dell’azienda che in Italia ha 4mila dipendenti, poco meno di 1,1 miliardi di valore della produzione a e perdite per 18,8 milioni di euro secondo quanto riportato a bilancio per il 2015. Lunedì prossimo i sindacati completeranno le procedure al ministero del Lavoro e lo sciopero generale dovrebbe arrivare per la metà di luglio.
Intanto ieri a Genova è stata giornata di proteste scattate alla notizia del mancato incontro al Mise e culminate in un nuovo blocco del casello autostradale di Sestri Ponente. Altre azioni sono previste per oggi, anche a Napoli.
LA REAZIONE I sindacati pronti a indire per metà luglio lo sciopero generale dei lavoratori che in Italia sono 4mila