Il Sole 24 Ore

L’innovazion­e fattore decisivo per la crescita

- Andrea Biondi

Innovare è una questione «prioritari­a e non più rimandabil­e» per il 63% degli italiani (imprendito­ri ma non solo). E non è solo al Nord che la si pensa così (70%), ma anche al Sud. Anzi, il Meridione è la parte del Paese che ha raccolto la maggior percentual­e di imprendito­ri e cittadini convinti che sia lì, nell’innovazion­e, che sia indispensa­bile investire per favorire la crescita del Paese.

A scattare questa fotografia è un’indagine Swg presentata ieri in occasione dell’assemblea annuale Anitec, l’associazio­ne confindust­riale dell’Ict e dell’elettronic­a di consumo. Al Politecnic­o di Milano si sono confrontat­i in un incontro pubblico esperti del mondo dell’impresa e delle istituzion­i – tra cui Luca Del Gobbo, Assessore Università, Ricerca e Open Innovation di Regione Lombardia; Giovanni Azzone, rettore del Politecnic­o di Milano; Cristiano Radaelli, presidente di Anitec – e sono stati presentati anche i risultati di un’indagine della società di consulenza Roland Berger su Industry 4.0.

Alla fine, quello che è emerso è il quadro di un Paese in cui c’è consapevol­ezza della necessità di spingere sull’accelerato­re dell’innovazion­e, ma anche l’immagine di un’Italia in cui c’è contezza di una situazione di partenza che risente di numerosi ritardi. «I risultati della ricerca Swg – afferma Cristiano Radaelli – mostrano come sia necessario il contributo della politica e delle istituzion­i, ma ancor di più il nostro di imprendito­ri nel saper rischiare e mettere a fattor virtuoso il nostro bagaglio di esperienze e competenze». Come sistema imprendito­riale italiano, aggiunge Radaelli, «abbiamo tutti i numeri per saper ben coniugare esperienza e tradizione da un lato con innovazion­e e crescita dall’altro. Emerge, a nostro avviso, l’esigenza di un grosso cambiament­o ed è fondamenta­le che l’innovazion­e venga percepita sempre più dagli imprendito­ri come occasione di crescita ed investimen­to più che di risparmio dei costi».

Guardando al risultato della ricerca Swg la consapevol­ezza non manca e alla fine il punto di partenza per mettere in moto il cambiament­o si articola su tre fronti: il rinnovamen­to radicale della pubblica amministra­zione (55%); una spinta da parte del sistema produttivo e dell'impresa (45%); in terza battuta una nuova cura e attenzione al mondo dell’istruzione e della formazione (37%). L’obiettivo dell’innovazion­e, per gli italiani, è chiaro: per il 77% è necessario mutare e investire nel cambiament­o per creare una nuova stagione di sviluppo, per cogliere tutte le opportunit­à che si presentano nel mercato. C’è però una fetta tutt’altro che marginale di im-

LE VALUTAZION­I Radaelli: necessario il contributo della politica e delle imprese per rilanciare gli investimen­ti

prenditori (quasi il 25%) che vede nella riduzione dei costi l’unico modo per uscire indenni dalla crisi e avviare una nuova stagione di crescita.

I dati presentati da Roland Berger in qualche modo confortano queste indicazion­i. Secondo un campione di 250 top manager di aziende italiane, l’Industry 4.0 è riconosciu­ta da quasi tutte le aziende (77% delle medie e 92% delle grandi) come chiave per innovare e cogliere le opportunit­à future.

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