L’innovazione fattore decisivo per la crescita
Innovare è una questione «prioritaria e non più rimandabile» per il 63% degli italiani (imprenditori ma non solo). E non è solo al Nord che la si pensa così (70%), ma anche al Sud. Anzi, il Meridione è la parte del Paese che ha raccolto la maggior percentuale di imprenditori e cittadini convinti che sia lì, nell’innovazione, che sia indispensabile investire per favorire la crescita del Paese.
A scattare questa fotografia è un’indagine Swg presentata ieri in occasione dell’assemblea annuale Anitec, l’associazione confindustriale dell’Ict e dell’elettronica di consumo. Al Politecnico di Milano si sono confrontati in un incontro pubblico esperti del mondo dell’impresa e delle istituzioni – tra cui Luca Del Gobbo, Assessore Università, Ricerca e Open Innovation di Regione Lombardia; Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano; Cristiano Radaelli, presidente di Anitec – e sono stati presentati anche i risultati di un’indagine della società di consulenza Roland Berger su Industry 4.0.
Alla fine, quello che è emerso è il quadro di un Paese in cui c’è consapevolezza della necessità di spingere sull’acceleratore dell’innovazione, ma anche l’immagine di un’Italia in cui c’è contezza di una situazione di partenza che risente di numerosi ritardi. «I risultati della ricerca Swg – afferma Cristiano Radaelli – mostrano come sia necessario il contributo della politica e delle istituzioni, ma ancor di più il nostro di imprenditori nel saper rischiare e mettere a fattor virtuoso il nostro bagaglio di esperienze e competenze». Come sistema imprenditoriale italiano, aggiunge Radaelli, «abbiamo tutti i numeri per saper ben coniugare esperienza e tradizione da un lato con innovazione e crescita dall’altro. Emerge, a nostro avviso, l’esigenza di un grosso cambiamento ed è fondamentale che l’innovazione venga percepita sempre più dagli imprenditori come occasione di crescita ed investimento più che di risparmio dei costi».
Guardando al risultato della ricerca Swg la consapevolezza non manca e alla fine il punto di partenza per mettere in moto il cambiamento si articola su tre fronti: il rinnovamento radicale della pubblica amministrazione (55%); una spinta da parte del sistema produttivo e dell'impresa (45%); in terza battuta una nuova cura e attenzione al mondo dell’istruzione e della formazione (37%). L’obiettivo dell’innovazione, per gli italiani, è chiaro: per il 77% è necessario mutare e investire nel cambiamento per creare una nuova stagione di sviluppo, per cogliere tutte le opportunità che si presentano nel mercato. C’è però una fetta tutt’altro che marginale di im-
LE VALUTAZIONI Radaelli: necessario il contributo della politica e delle imprese per rilanciare gli investimenti
prenditori (quasi il 25%) che vede nella riduzione dei costi l’unico modo per uscire indenni dalla crisi e avviare una nuova stagione di crescita.
I dati presentati da Roland Berger in qualche modo confortano queste indicazioni. Secondo un campione di 250 top manager di aziende italiane, l’Industry 4.0 è riconosciuta da quasi tutte le aziende (77% delle medie e 92% delle grandi) come chiave per innovare e cogliere le opportunità future.