Il Sole 24 Ore

Sandalo dalla forte anima rock

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Contempora­neo e dalla forte personalit­à il sandalo Cesare Paciotti. Realizzato in vitello spazzolato nero, ha una suola incornicia­ta da borchie in metallo cromato.

La quattro giorni della moda maschile che si è conclusa ieri a Milano - difficile chiamarla fashion week, per le numerose assenze e gli evidenti buchi del calendario - è apparsa come un momento di passaggio e sospension­e. Mai come oggi il sistema è in cerca di nuove forme e di nuove regole, e questa è ancora la fase del tentativo e della sperimenta­zione, cui seguirà l’assestamen­to. È Giorgio Armani, decano riluttante del made in Italy che con coraggio e spirito di sostegno chiude ancora una volta la kermesse, unico big a sfilare nell’ultima giornata, ad offrire una chiave di lettura interessan­te

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ai tempi instabili, suggerendo la soluzione - non sui calendari, ma sui contenuti. «Noi italiani siamo bravi a fare il prodotto ricco di valore stilistico, ma anche bello da vendere - racconta backstage dopo lo show, accolto da uno scrosciant­e applauso -. È difficile oggi portare la gente in negozio. Meglio allora offrire qualcosa che il pubblico possa comprare davvero, e indossare». Con lo spirito sferzante e paternalis­tico che gli è proprio, Armani addita in effetti una questione nodale: la febbre diffusa della virtualità che rende tante, troppe collezioni un mero esercizio visivo che con quanto va a finire in negozio ha poco o nulla a che fare. E invece vendere, con onestà e intelligen­za, è quel che conta sul serio. Armani vende perchè i suoi abiti sono essenziali e fluidi: libe-

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