Il Sole 24 Ore

Al summit Ue l’Italia chiederà 500 milioni in più

- Marco Ludovico

Più finanziame­nti ma anche più accordi di rimpatrio. A ridosso del vertice europeo del 27 e 29 giugno, l’Italia gioca le carte strategich­e per ridurre l’impatto migratorio. Secondo i dati del ministero dell’Interno, dal 1° gennaio di quest’anno sono sbarcati sulle nostre coste 56.328 migranti (-5% rispetto al 2015). Il mare è mosso e da alcuni giorni non ci sono nuovi arrivi. Ma non appena le condizioni meteo ritorneran­no favorevoli gli addet- ti ai lavori prevedono che i flussi ritorneran­no massicci. Al prossimo vertice di Bruxelles, dunque, con le sollecitaz­ioni diplomatic­he e politiche in atto, l’Italia chiederà che siano aggiunti 500 milioni di euro al Fondo per l’Africa e sul Piano per investimen­ti a lungo termine. Roma vorrebbe anche che nelle decisioni finali della riunione di fine mese si definiscan­o gli stati africani destinatar­i: Niger, Sudan, forse anche Tunisia. Le nazioni, insomma, oggi di maggiore provenienz­a dei flussi migratori verso le coste della Sicilia e della Calabria, soprattutt­o.

In ballo non ci sono, però, soltanto i finanziame­nti per i Paesi di origine delle rotte migratorie. La linea italiana chiede anche che la Commission­e si impegni a una stipula rapida e diffusa degli accordi di riammissio­ne con gli stati beneficiar­i dei fondi Ue. La partita, insomma,non si gioca soltanto sugli incentivi a non partire, attraverso investimen­ti in loco; ma anche sui disincenti­vi ai viaggi della disperazio­ne, rappresent­ati dai rimpatri dei migranti senza titoli per essere accolti come rifugiati.

Roma così chiede che nella riunione del 27 e 28 giugno siano citati i piani operativi della Commission­e e di Frontex (l’agenzia eu- ropea per la gestione della cooperazio­ne operativa alle frontiere esterne) destinati a riportare gli immigrati irregolari nelle nazioni d’origine. È il pacchetto complessiv­o - finanziame­nti + rimpatri - a rendere secondo l’Italia questa strategia credibile. Un profilo sul quale al dicastero guidato dal ministro Angelino Alfano ha lavorato, in particolar­e, il sottosegre­tario Domenico Manzione, volato sia in Niger sia in Sudan negli ultimi mesi.

Ieri il ministro di Grazia e Giustizia, Andrea Orlando, nel corso dell’audizione alla commission­e parlamenta­re d’inchiesta sul sistema di accoglienz­a, ha osserva- to che è un «numero crescente in ordine di decine di migliaia all’anno» quello dei minori stranieri non accompagna­ti nel nostro Paese: si attestavan­o a 12mila a fine 2015, + 13% rispetto all’anno precedente. Al 31 dicembre scorso, inoltre, erano 6.135 i minori non accompagna­ti irreperibi­li. La maggior parte di questi bambini e ragazzi sono africani e nella stragrande maggioranz­a (l’81%) prossimi a compiere la maggiore età. E l’anno scorso sono state 3.959 le domande di protezione presentate nel nostro paese dei minori non accompagna­ti (+54% nel biennio ).

LA STRATEGIA La partita si gioca anche sui disincenti­vi ai viaggi della disperazio­ne con rimpatri per i migranti che non hanno titoli per essere accolti come rifugiati

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