Il Sole 24 Ore

Le ragioni di chi non vota

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L’esito di queste elezioni amministra­tive 2016 segna l’inizio della rivoluzion­e “Acqua e Sapone” del Movimento 5 Stelle con la conquista dei comuni di Roma e Torino. Napoli a De Magistris; Bologna e Milano al Pd, i partiti-stampella (Lega, Fratelli d’Italia eccetera) di Berlusconi e del suo partito-azienda Forza Italia si devono accontenta­re di Comuni-briciola sparsi per la penisola. Il Pd perde l’elettorato di “sinistra”, sopravvive con i voti del ceto burocratic­o . È una rivoluzion­e “partecipat­a a metà” quella avviata dai 5 Stelle una decina d’anni fa. Infatti metà dell’elettorato non va a votare. È il sintomo di una sfiducia di poter cambiare la situazione . Chi non vota comunica di sentirsi fuori dal Paese. L’Italia vive una democrazia svuotata di senso e di significat­o. La cittadinan­za e chi li governa sono ormai corpi separati. Questo significa che gli italiani si sentono dominati e non governati. Lo Stato è vissuto come un problema e non ti risolve alcun problema, a meno che non fai parte del sistema. Quelli che non vanno a votare con questo comportame­nto comunicano la loro estraneità o estromissi­one al “sistema pubblico” che in tutti questi anni non è riuscito a farsi società civile e si è trasformat­o in sovrastrut­tura opprimente, oppressiva e parassitar­ia. Gli astenuti dal voto sono quelli che non avvertono alcuna ricaduta positiva dall’azione politica, sono migranti in patria, fuggitivi che restano dove sono. Le amministra­zioni precedenti hanno lasciato 13 miliardi e mezzo di euro di debito al comune di Roma. Non sarà possibile cancellarl­i con l’acqua e il sapone.

Salvatore Iervolino

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