Eni, stop alla trattativa su Versalis
S’interrompe il negoziato per cedere una quota della società al fondo Sk Capital
Sfuma la trattativa tra Eni e il fondo Usa Sk Capital che avrebbe dovuto rilevare un pacchetto di maggioranza in Versalis, la società chimica del gruppo di San Donato Milanese. Ieri, con una nota assai stringata, l’Eni ha reso nota l’interruzione del negoziato che arriva dopo mesi di confronto con il fondo americano scanditi da proteste e scioperi dei sindacati, fin dall’inizio scettici sulla capacità di Sk Capital di “reggere” l’impatto dell’operazione, che avrebbe dovuto portare il fondo ad acquisire il 70% della società con Eni intenzionata a mantenere una partecipazione di minoranza.
pLo stop, come si legge nel comunicato diramato ieri, è arrivato «avendo constatato l’impossibilità di trovare un accordo su alcuni punti negoziali tra cui, in particolare, la futura governance aziendale». La distanza tra le due parti, insomma, non si sarebbe registrata tanto sull’accordo economico, su cui Eni e Sk Capital avevano trovato un’intesa di massima, quanto sulla possibilità, rimarcata in più occasioni dal numero uno del gruppo di San Donato Milanese, Claudio Descalzi, di poter mantenere un controllo attivo della società in modo da verificare il mantenimento degli impegni. Perché, come reso noto sin dalle prime battute di questo negoziato, Eni aveva vincolato il raggiungimento dell’accordo con il fondo Usa a una serie di paletti: la copertura del piano di investimenti (1,2 miliardi in 3 anni), finalizzato a proseguire la strategia di trasformazione messa in campo dal ceo Descalzi per la chimica e incentrata sulla focalizzazione in prodotti ad alto valore aggiunto (specialties), sulla razionalizzazione ed effi- cientamento delle operazioni e, infine, sullo sviluppo internazionale attraverso alleanze strategiche; il mantenimento del perimetro industriale per almeno cinque anni e quello dei livelli occupazionali per almeno tre; e, infine, la conferma della società italiana con sede nella penisola.
Tutti tasselli giudicati imprescindibili dal management dell’Eni che in questi mesi, davanti alle preoccupazioni dei sindacati, aveva spiegato che la ricerca di un partner per Versalis sarebbe servita ad assicurare continuità al piano di investimenti predisposto da Eni, garantendo e rafforzando lo sviluppo della società, e aveva altresì ribadito che la cessione avrebbe dovuto assicurare il rispetto pieno di quei paletti - riba- diti peraltro anche nel corso degli incontri, con tutte le parti in causa, avvenuti al ministero dello Sviluppo Economico che ha seguito con attenzione il dossier fin dagli esordi - pena l’interruzione di qualsiasi trattativa.
E ora che succederà? La nota di ieri si limita a precisare che, dalla prossima semestrale, «Eni tornerà a consolidare integralmente Versalis nei conti del gruppo». Un passaggio dietro il quale si intravvede la volontà del gruppo di accantonare, almeno per ora, la ricerca di un acquirente per la società chimica e di concentrarsi sugli aspetti industriali. Ergo: procedere lungo quel percorso di efficientamento e rifocalizzazione che ha consentito a Descalzi di riportare il comparto di business, in forte perdita da anni, a invertire la rotta raggiungendo nel 2015 il miglior risultato degli ultimi 20 anni e registrando, come è emerso anche nell’ultima trimestrale, risultati positivi pur in uno scenario meno favorevole di quello dello scorso anno. La declinazione del futuro di Versalis è dunque tracciata e sarà evidentemente oggetto del nuovo piano industriale che il ma- nagement comincerà a esaminare dall’autunno.
Lo stop alla trattativa con Versalis è stato accompagnato dalle reazioni positive dei sindacati. «È una buona notizia», ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «Non c’erano le condizioni finanziarie e industriali per poter avviarsi verso una conclusione così importante per la chimica italiana e per la sua riconversione a green», gli ha fatto eco, Emilio Miceli, numero uno della Filctem-Cgil. «È un segnale importante, che rappresenta l’intenzione di non svendere questa realtà industriale ma di valorizzarla», è il commento, in una nota congiunta, di Annamaria Furlan e Angelo Colombini, rispettivamente, segretario generale della Cisl e numero uno della Femca-Cisl. Sulla stessa linea anche il leader Uil, Carmelo Barbagallo, e il segretario generale Uiltec, Paolo Pirani. «Questa decisione rappresenta un riconoscimento della validità delle lotte dei lavoratori e dell’impegno sindacale per la salvaguardia industriale di Versalis».
SINDACATI SODDISFATTI Camusso (Cgil): «È una buona notizia». Per Furlan (Cisl) «è un segnale importante». Barbagallo(Uil): «Si riconosce la validità delle nostre lotte»