Arriva la «guida» di Francoforte sugli Npl
Attesa fra estate e autunno
Arriverà tra l’estate e, al massimo, l’autunno. E sarà a tutti gli effetti la guida con cui la Bce indicherà alla banche europee la via per gestire al meglio i crediti deteriorati in portafoglio. In pratica un testo (corposo) che raccoglierà le migliori practices a livello europeo su ogni aspetto della gestione degli Npl. E che, pur avendo un valore vincolante per gli istituti, sarà comunque un modello di riferimento, che Francoforte vedrà come “auspicabile”. Soprattuttoper quegli istituti gravati da un fardello pesante di crediti deteriorati. A dare qualche indicazione in più sui possibili contenuti di questo testo, che oggi è in via di stesura, è Paolo Angelini, vice capo della Vigilanza di Bankitalia, che ieri è intervenuto al convegno annuale dell’Abi sull’Unione Bancaria a Roma. «Ci sarà a breve una guida non vincolante dell’Ssm, e l’intensità di vigilanza sarà proporzionale alle dimensioni del problema per ciascun intermediario», ha detto il funzionario.
IL’obiettivo del testo, che è frutto del lavoro della task force avviata nel 2015 in seno al Single Supervisory Mechanism, il braccio della Vigilanza Bce, e dovrà essere approvato dal board Ssm prima della sua pubblicazione, punta a stimolare le 130 banche dalla Bce nella massimizzare del recupero dei crediti non performanti e a velocizzare lo smaltimento degli stock di Npl.
La guida, come indicato dal numero due della Vigilanza di Bankitalia, tratterà diversi aspetti. Dovrebbe dare anzitutto una definizione più chiara dei non performing l oans, integrando quella dell’Eba con quella di altre particolari categorie di attivi come i performing forbearance e i foreclosed. Aiuterà ad individuare in maniera anticipata i segnali di difficoltà del creditore. Dovrebbe inoltre contribuire a migliorare la gestione di questi attivi, con «particolare attenzione al tema dell’organizzazione interna e degli incentivi, e all’individuazione di una “strategia” di gestione», spiega Angelini. Tra i temi trattati nel testo Bce ci dovrebbero essere aspetti sempre più rilevanti come l’assetto It sul fronte Npl, così come il monitoraggio e il quadro delle informazioni statistiche.
Per quanto non vincolante, come detto, il testo sarà lo strumento di riferimento per gli ispettori quanto più sarà rilevante il problema degli Npl per la singola banca. A giudicare la “dimensione” del problema Npl saranno i singoli Joint supervisory team, che opereranno in base a una analisi degli indicatori di qualità del credito.
Non solo. All’orizzonte si prospetta anche una seconda versione della guida che, «opportunamente adattata», si rivolgerà alle banche europee più piccole (less significant), ovvero quelle che rimangono sottoposte alla vigilanza delle autorità nazionali. La guida, in ultima analisi, potrà fornire alle banche dell’Ssm «utili indicazioni per effettuare una valutazione complessiva dei propri metodi di gestione degli Npl e per introdurre miglioramenti», aggiunge il funzionario della Vigilanza, divisione guidata da Carmelo Barbagallo.
Nessun dubbio sul fatto che in Banca Centrale Europea come in Banca d’Italia oggi ci sia condivisione sulla necessità di smaltire in maniera graduale l’elevato stock di Npl (in Italia i crediti deteriorati lordi sono superiori a 360 miliardi mentre le sofferenze nette sono pa- 7 Npl è una sigla che indica i cosiddetti «Non performing loans», cioè i crediti «non performanti». Si tratta dei finanziamenti in sofferenza: quelli che le banche hanno erogato a imprese e famiglie ma che sono diventati di difficile recupero a causa della grave crisi economica che ha colpito il Paese. Questi crediti in Italia ammontano ormai a oltre 200 miliardi (se si contano solo le sofferenze, cioè i finanziamenti più inesigibili) e a circa 360 miliardi se si includono tutti i prestiti deteriorati (incagli, scaduti e ristrutturati). ri a circa 84 miliardi). Come indicato nelle scorse settimane dal numero uno dell’Ssm, Daniéle Nouy, in base alle nuove linee guida che la Bce pubblicherà a breve, le banche della zona euro dovrebbero avere la possibilità di scegliere quanto rapidamente smaltire i propri crediti deteriorati.
Ciò detto, va segnalato anche che il tema degli Npl, e in generale del rischio di credito, è in cima alla lista delle preoccupazioni della Bce. Non a caso c’è «consenso - conclude Angelini - sul fatto che un’elevata e diffusa incidenza degli Npl sui bilanci bancari ha numerose conseguenze indesiderate, per le singole aziende», come l’elevato costo della raccolta, con ricadute negative sui profitti e per l’economia, con una minore disponibilità di credito.dito
LO SCENARIO In arrivo una seconda versione adattata per le banche più piccole, sotto il controllo delle singole autorità di vigilanza nazionali