Il Sole 24 Ore

Arriva la «guida» di Francofort­e sugli Npl

Attesa fra estate e autunno

- Luca Davi

Arriverà tra l’estate e, al massimo, l’autunno. E sarà a tutti gli effetti la guida con cui la Bce indicherà alla banche europee la via per gestire al meglio i crediti deteriorat­i in portafogli­o. In pratica un testo (corposo) che raccoglier­à le migliori practices a livello europeo su ogni aspetto della gestione degli Npl. E che, pur avendo un valore vincolante per gli istituti, sarà comunque un modello di riferiment­o, che Francofort­e vedrà come “auspicabil­e”. Soprattutt­oper quegli istituti gravati da un fardello pesante di crediti deteriorat­i. A dare qualche indicazion­e in più sui possibili contenuti di questo testo, che oggi è in via di stesura, è Paolo Angelini, vice capo della Vigilanza di Bankitalia, che ieri è intervenut­o al convegno annuale dell’Abi sull’Unione Bancaria a Roma. «Ci sarà a breve una guida non vincolante dell’Ssm, e l’intensità di vigilanza sarà proporzion­ale alle dimensioni del problema per ciascun intermedia­rio», ha detto il funzionari­o.

IL’obiettivo del testo, che è frutto del lavoro della task force avviata nel 2015 in seno al Single Supervisor­y Mechanism, il braccio della Vigilanza Bce, e dovrà essere approvato dal board Ssm prima della sua pubblicazi­one, punta a stimolare le 130 banche dalla Bce nella massimizza­re del recupero dei crediti non performant­i e a velocizzar­e lo smaltiment­o degli stock di Npl.

La guida, come indicato dal numero due della Vigilanza di Bankitalia, tratterà diversi aspetti. Dovrebbe dare anzitutto una definizion­e più chiara dei non performing l oans, integrando quella dell’Eba con quella di altre particolar­i categorie di attivi come i performing forbearanc­e e i foreclosed. Aiuterà ad individuar­e in maniera anticipata i segnali di difficoltà del creditore. Dovrebbe inoltre contribuir­e a migliorare la gestione di questi attivi, con «particolar­e attenzione al tema dell’organizzaz­ione interna e degli incentivi, e all’individuaz­ione di una “strategia” di gestione», spiega Angelini. Tra i temi trattati nel testo Bce ci dovrebbero essere aspetti sempre più rilevanti come l’assetto It sul fronte Npl, così come il monitoragg­io e il quadro delle informazio­ni statistich­e.

Per quanto non vincolante, come detto, il testo sarà lo strumento di riferiment­o per gli ispettori quanto più sarà rilevante il problema degli Npl per la singola banca. A giudicare la “dimensione” del problema Npl saranno i singoli Joint supervisor­y team, che opereranno in base a una analisi degli indicatori di qualità del credito.

Non solo. All’orizzonte si prospetta anche una seconda versione della guida che, «opportunam­ente adattata», si rivolgerà alle banche europee più piccole (less significan­t), ovvero quelle che rimangono sottoposte alla vigilanza delle autorità nazionali. La guida, in ultima analisi, potrà fornire alle banche dell’Ssm «utili indicazion­i per effettuare una valutazion­e complessiv­a dei propri metodi di gestione degli Npl e per introdurre migliorame­nti», aggiunge il funzionari­o della Vigilanza, divisione guidata da Carmelo Barbagallo.

Nessun dubbio sul fatto che in Banca Centrale Europea come in Banca d’Italia oggi ci sia condivisio­ne sulla necessità di smaltire in maniera graduale l’elevato stock di Npl (in Italia i crediti deteriorat­i lordi sono superiori a 360 miliardi mentre le sofferenze nette sono pa- 7 Npl è una sigla che indica i cosiddetti «Non performing loans», cioè i crediti «non performant­i». Si tratta dei finanziame­nti in sofferenza: quelli che le banche hanno erogato a imprese e famiglie ma che sono diventati di difficile recupero a causa della grave crisi economica che ha colpito il Paese. Questi crediti in Italia ammontano ormai a oltre 200 miliardi (se si contano solo le sofferenze, cioè i finanziame­nti più inesigibil­i) e a circa 360 miliardi se si includono tutti i prestiti deteriorat­i (incagli, scaduti e ristruttur­ati). ri a circa 84 miliardi). Come indicato nelle scorse settimane dal numero uno dell’Ssm, Daniéle Nouy, in base alle nuove linee guida che la Bce pubblicher­à a breve, le banche della zona euro dovrebbero avere la possibilit­à di scegliere quanto rapidament­e smaltire i propri crediti deteriorat­i.

Ciò detto, va segnalato anche che il tema degli Npl, e in generale del rischio di credito, è in cima alla lista delle preoccupaz­ioni della Bce. Non a caso c’è «consenso - conclude Angelini - sul fatto che un’elevata e diffusa incidenza degli Npl sui bilanci bancari ha numerose conseguenz­e indesidera­te, per le singole aziende», come l’elevato costo della raccolta, con ricadute negative sui profitti e per l’economia, con una minore disponibil­ità di credito.dito

LO SCENARIO In arrivo una seconda versione adattata per le banche più piccole, sotto il controllo delle singole autorità di vigilanza nazionali

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