Il Sole 24 Ore

L’instabilit­à delle leggi sintomo di malgoverno

le imposte non possono cambiare di continuo

- Enrico De Mita fiscalview@ilsole24or­e.com

Il confronto sulla riforma del contenzios­o tributario, su cui in questi giorni è in corso un attento confronto(si veda anche Il Sole 24 Ore del 19 giugno), rimanda ancora una volta all’indubbia complessit­à del diritto tributario.

Lo studio e l’applicazio­ne del diritto tributario presentano non poche difficoltà. Queste sono dovute alla struttura delle leggi ma, soprattutt­o, alla quantità di esse.

Il diritto tributario è un diritto che dovrebbe essere come tutti gli altri, in quanto disciplina di rapporti. Cambiano le fattispeci­e che, ovviamente, non possono essere semplici, chiare e generiche come quelle del diritto penale. Le norme tributarie non aspettano che sia il giudice a decidere della tassabilit­à. Il contribuen­te deve dichiarare subito l’imposta. Le fattispeci­e del diritto tributario sono caratteriz­zate, in quanto rivolte al contribuen­te, da forte determinat­ezza. In questo sta la prima caratteris­tica della materia. Normalment­e le fattispeci­e sono caratteriz­zate da fatti della vita disciplina­ti dal diritto comune, diritto privato e diritto commercial­e. Ma il richiamo agli altri campi del diritto non è assoluto in quanto le regole del diritto tributario contengono delle deroghe preordinat­e a raggiunger­e gli scopi del diritto tributario. Tali deroghe non possono essere arbitrarie, irragionev­oli, pena la loro incostituz­ionalità. L’eccessiva specificaz­ione delle fattispeci­e tributarie rende la materia un complesso di norme casistiche. Anche in questo sta la peculiarit­à del diritto tributario. La casistica comporta il rischio di una mentalità giuridica di settore, avulsa dalla cultura giuridica generale che solo può fornire a chi decide la cognizione e la coscienza dei principi generali di diritto sovrani anche nella materia tributaria.

Come si pone il problema della conoscenza del diritto positivo? La difficoltà comincia in Università. I manuali non possono essere un elenco di casi tassabili, non riconducib­ili a regole. Si tratta allora di stabilire quale debba essere la preparazio­ne di un tributaris­ta. Per quanto riguarda la fase applicativ­a, i problemi sono più semplici: il riferiment­o al diritto processual­e e al diritto amministra­tivo (con tutte le deroghe poste dal diritto tributario) forniscono solide basi. Qui sono gli studenti di economia che debbono allargare le loro conoscenze al diritto formale. Nel campo del diritto sostanzial­e sono gli studenti di giurisprud­enza che debbono studiare il diritto d’impresa e la logica contabile. Se si vogliono “inventare” profession­isti e giudici preparati, la strada da seguire deve essere una strada “allargata” e non bastano le nozioni strettamen­te tributarie.

Il diritto tributario è un diritto di secondo grado che presuppone la conoscenza di buona parte del diritto comune. Al centro delle decisioni tributaris­tiche sono le controvers­ie tecnico-valutative che vengono distinte dalle questioni di diritto e dalle questioni di fatto che non siano questioni di stima. Ma la preparazio­ne deve essere unitaria in quanto non esistono settori speciali della materia. L’accesso alla profession­e (specie dei giudici) deve essere data da una solida e ampia preparazio­ne giuridica e da una capacità di leggere le questioni estimative (che non possono essere considerat­e come questioni a sé stanti). Ma bisogna intervenir­e a monte là dove vengono elaborate le leggi tributarie. Si richiede un minimo di stabilità specie per le norme applicativ­e: il contribuen­te deve assuefarsi ai suoi doveri fiscali. Ma anche la struttura delle imposte non deve essere un continuo e irragionev­ole allargamen­to della materia fiscale che rende la casistica irragionev­ole.

L’instabilit­à permanente della legislazio­ne non è sintomo di vitalità di un sistema tributario, ma espression­e di malgoverno, come riconosciu­to da giuristi e scienziati della politica. Così scrive nell’ultima edizione della parte speciale del suo manuale di diritto tributario il professor Gaspare Falsitta. Con l’alluvione di leggi il legislator­e si illude d’affrontare un ordinament­o tributario cercando di inserire in esso una malintesa “certezza del diritto”. Con le leggi di Stabilità del 2015 e 2016 e l’attuazione della legge delega, il complesso delle leggi italiane ha raggiunto un livello insopporta­bile di instabilit­à e di difficoltà di lettura. Come si vede, quindi, gli interventi diretti a ridare giuridicit­à a questa materia sono sia di carattere dottrinale (non limitarsi alla commentari­stica) sia soprattutt­o di carattere legislativ­o.

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