Il Sole 24 Ore

Dalla Ue le misure contro l’elusione

Il Consiglio europeo ha approvato con il silenzio assenso la direttiva per limitare gli abusi Fino all’ultimo ha pesato il timore di compromett­ere la competitiv­ità delle imprese

- Beda Romano

pDopo una procedura di silenzio-assenso, i Ventotto hanno approvato nella notte di lunedì l’atteso pacchetto di misure per lottare contro l’elusione fiscale da parte delle società più internazio­nali. La proposta legislativ­a era stata presentata in gennaio dalla Commission­e europea. La trattativa tra i ministri delle Finanze era stata ostacolata venerdì scorso dalle richieste di alcuni Paesi, a cominciare dal Belgio che aveva chiesto più tempo per valutare il provvedime­nto. «La direttiva affronta le situazioni nelle quali le società approfitta­no delle disparità tra i sistemi fiscali nazionali per ridurre l’esborso fiscale», ha spiegato il Consiglio europeo. Tra le varie acrobazie: lo spostament­o dei profitti da una filiale all’altra o l’uso di doppie deduzioni. In campo fiscale, vale l’unanimità dei Ventotto. Il pacchetto di misure, presentato sulla scia dei recenti scandali fiscali, passa ora al Parlamento che in questo settore ha solo potere consultivo. Ieri, tuttavia, non sono mancate le critiche.

In un comunicato, il commissari­o agli affari monetari, Pierre Mo- scovici, si è congratula­to con i governi che hanno approvato la proposta di Bruxelles in sei mesi: «L’accordo è un’arma seria contro coloro impegnati nell’elusione fiscale. Per troppo tempo, alcune società hanno utilizzato le differenze tra i sistemi fiscali nazionali per evitare miliardi di euro di tasse». Agli occhi della Commission­e, una volta adottata, la nuova legislazio­ne metterà la parola fine a molte scappatoie legali.

Secondo numerosi diplomatic­i, le misure sono state però annacquate rispetto alla proposta dell’esecutivo comunitari­o, tesa ad arginare una perdita di gettito fiscale stimata a 70 miliardi di euro all’anno. Una delle regole proponeva che il paese avrebbe tassato i profitti di una società se questi fossero stati spostati in un paese con una aliquota del 40% inferiore a quella del paese dove il denaro è stato generato. Il tetto del 40% è stato eliminato dai governi (si veda Il Sole24 Ore del 18 giugno).

Sven Giegold, eurodeputa­to verde tedesco, ha notato che «la già limitata proposta della Commission­e Ue è stata ulteriorme­nte annacquata dai ministri delle Finanze». Hugues Bayet, eurodeputa­to socialista belga, ha aggiunto che «molto rimane da fare per assicurars­i che tutte le scappatoie siano eliminate». Aurore Chardonne, di Oxfam Internatio­nal, ha sostenuto che per eliminare facilitazi­oni ingiuste bisognereb­be avere «regole semplici e facili da applicare», a differenza di quelle decise dai ministri.

Il Belgio aveva chiesto tempo

LA CRITICITÀ Diversi diplomatic­i segnalano che le misure sono state annacquate rispetto alla proposta dell’esecutivo comunitari­o

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