Il Sole 24 Ore

Pa, tagli progressiv­i ai dirigenti senza incarico

- Gianni Trovati

NEI COMUNI Cancellata la regola che impone agli enti locali di ridurre anno per anno il peso degli stipendi sulle spese correnti totali

Prove di accelerazi­one per il decreto attuativo del capitolo della delega sulla Pa dedicato alla riforma

della dirigenza. Alla Funzione pubblica avanza il lavoro sulle regole attuative del «ruolo unico» articolato su tre livelli (Stato, regioni ed enti locali) da cui saranno scelti i dirigenti per gli incarichi quadrienna­li rinnovabil­i una sola volta.

Per blindare il sistema limitando gli incarichi esterni, l’ipotesi è di estendere a tutta la Pubblica amministra­zione il tetto che oggi impedisce di occupare in questo modo più del 10% dei posti in pianta organica (per gli enti locali oggi il tetto è al 30%). Gli aspetti più delicati, però, riguardano la busta paga dei dirigenti che non riuscendo a pescare un incarico dovranno finire indisponib­ilità: le norme chiederann­o di partecipar­e a un numero minimo di selezioni (l’ipotesi è dieci) in tre mesi, e taglierann­o progressiv­amente del 10% all’anno della retribuzio­ne di base, fino all’ uscita dai ruoli per chi resta “parcheggia­to” oltre sei anni: se il meccanismo verrà confermato dal testo finale, i suoi effetti saranno importanti anche perché i tagli si esercitera­nno su una base già molto ridotta rispetto allo stipendio ordinario del dirigente in servizio, che in busta paga ha anche le voci legate a posizione e risultato.

Anche per chi è in attività, però, le prospettiv­e diventano un po’ meno certe rispetto a oggi, perché la bozza prevede la possibilit­à di tagliare fino all’80% la retribuzio­ne di risultato quando la valutazion­e scopre che il dirigente non ha colpevolme­nte trascurato la vigilanza sul raggiungi- mento degli obiettivi assegnati all’ufficio. Proprio dalla costruzion­e di un sistema di valutazion­e a prova di contenzios­o, però, passerà la possibilit­à di tradurre davvero in pratica questa indicazion­e.

Altre novità importanti per il pubblico impiego arrivano dal decreto enti locali approvato lunedì, che cancella l’obbligo per i Comuni di ridurre progressiv­amente l’incidenza della spesa di personale sul totale delle spese correnti. Il vincolo, scritto nella Finanziari­a di dieci anni fa (comma 557lettera a - della legge 296/2006), era stato richiamato in servizio lo scorso anno dalla Corte dei conti con la delibera 27/2015 della sezione Autono- mie, creando parecchi problemi agli enti locali. La base di calcolo è fissata al 2011-2013, ma rispetto ad allora la spesa corrente è stata ridotta dagli effetti cumulati delle manovre, rendendo quindi più complicato l’obiettivo di alleggerir­e ulteriorme­nte la quota dedicata agli stipendi; un parametro di questo genere premia inevitabil­mente gli enti in cui ilde nominatore è più alto, quindi quelli che hanno una spesa corrente maggiore.

Il taglio di questa regola non significa ovviamente l’ addio agli altri vincoli sul personale, che restano invigoree quindi dovrebbero garantire comunque una riduzione della spesa in valore assoluto. I limiti di spesa e di organico tornano anche nel piano triennale straordina­rio di assunzioni degli educatori negli asili nido comunali, introdotto sempre dal decreto enti localiag giungendo un tassello alla leg- ge sulla «buona scuola».

In fatto di sanità, per accelerare i pagamenti anticipa il calendario per l’assegnazio­ne delle risorse: dal 2017 l’intesa sulla determinaz­ione provvisori­a dei costi standard dovrà arrivare entro il 15 febbraio, altrimenti sarà fissata per decreto entro il 15 marzo, garantendo­la cassa in anticipo rispetto ai meccanismi attuali. Per il 2016, il decreto autorizza a distribuir­e le comparteci­pazioni Iva degli ultimi due anni che non sono soggette averifica. Sul ripiano della spesa farmaceuti­ca il provvedime­nto prospetta uno sconto per i rimborsi a carico delle aziende sulle uscite extra-budget del 2013-2015: entro15gio­rn il’ A ifa pubblicher­à le somme dovute, e nelle due settimane successive le aziende dovranno pagare il 90% della quota 2013-14 el ’80% di quella 2015.

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