A giugno grandi città in deflazione. Calo record dei prezzi a Milano e Torino
L’Istat conferma le stime: -0,4% tendenziale, pesa l’effetto energia
-0,4% Andamento dei prezzi a giugno: il calo rispetto a un anno prima
pR esta sottozero la dinamica dei prezzi anche a giugno. L’Istat ha confermato ieri le anticipazioni: il tasso tendenziale di inflazione segna -0,4% (-0,3% a maggio) a fronte di un incremento medio mensile dello 0,1%.
In deflazione buona parte d’Italia: 12 capoluoghi sui 19 rilevati dall’Istat. A Milano la discesa dei prezzi più marcata, con un -1% su base annua a fronte del rincaro mensile dello 0,2%, seguita da Torino (-0,9%). A Venezia invece i prezzi più caldi, probabilmente per i rincari legati alla stagione turistica: +0,6% , largamente al di sopra della media; a Trento è stata invece registrato l’incremento mensile più elevato (+0,9%).
«Il fatto che Milano e Torino abbiano il record della deflazione è particolarmente grave, indica che anche i milanesi ed i torinesi, nonostante abbiano un reddito disponibile tra i più alti d'Italia, hanno dovuto stringere la cinghia e ridurre le spese; se non ripartono i consumi a Milano e Torino, figurarsi altrove» afferma Massimiliano Dona, segretario dell’Unione nazionale consumatori».
L’Istat mette le mani avanti sull’allarme deflazione e sottolinea innanzitutto che il dato tendenziale negativo va interpretato: la persistenza delle dinamiche deflazionistiche è in gran parte riconducibile all'ampio calo dei prezzi dei beni energetici (-7,5% rispetto a giugno 2015), sebbene meno intenso di quello registrato a maggio - fanno sapere dall’Isti- tuto di statistica -. Al netto di questi beni l'inflazione, anche se in lieve ridimensionamento, resta positiva e pari a +0,4% (era +0,5% a maggio).
Dunque al netto della componente energetica il tono di fondo dei prezzi al consumo si presenta positivo.
Per quanto riguarda i singoli capitoli di spesa la flessione più elevata riguarda i trasporti per l’effetto carburanti (-2,3%), mentre i rincari più elevati hanno interessato alcolici e tabacchi (+ 2,1%).
In apprezzabile tensione i capitoli istruzione e comunicazioni (+1,2% su base annua) mentre gli alimentari nel complesso restano in area positiva sia pure con una crescita da prefisso telefonico (+0,2%).
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici l’inflazione di fondo rallenta e si porta a quota +0,5% (dal +0,6% di maggio) mentre - fa sapere l’Istat - l'inflazione ac- quisita per il 2016 è pari a -0,2% (-0,3% a maggio).
E veniamo al carrello della spesa: i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,4% in termini congiunturali e diminuiscono dello 0,2% in termini tendenziali (-0,6% il mese precedente).
Al riguardo Coldiretti denuncia l’allargarsi della forbice dei prezzi tra quelli al consumo e quelli all’origine nei campi: dal -26% per il grano duro al fino al - 16% per il latte su valori che non coprono i costi di produzione e spingono alla chiusura delle aziende agricole e delle stalle, rilancia l’organizzazione agricola. «Arginare le speculazioni sui prodotti alimentari, in particolare sulla pasta - rilanciano Adusbef e Federconsumatori - . Il grano duro è passato da 35 euro al quintale a circa 16 euro al quintale. In poco più di un anno si è praticamente dimezzato».
Consumatori e Coldiretti: serve attenzione sulle speculazioni