Il Sole 24 Ore

Germania e Nord Africa rilanciano Feralpi

Il gruppo di Lonato r isale la china - Pasini: «Stiamo r ientrando nei nostr i standard, l’anno in corso è positivo»

- M.Me.

pIl gruppo Feralpi diversific­a progressiv­amente il suo core business (acciaio per costruzion­i), e si propone sul mercato come una realtà diversific­ata e fortemente internazio­nalizzata. Una dimensione alla quale approda dopo una serie di acquisizio­ni e scelte strategich­e che l’hanno portato recentemen­te a verticaliz­zare, in particolar­e, la produzione delle Acciaierie di Calvisano, l’altro polo produttivo del gruppo insieme a quello della sede di Lonato, entrambi in provincia di Brescia.

Il consolidat­o di Feralpi siderurgic­a si chiude, nel 2015, con un fatturato di 917 milioni, in calo del 5,2% rispetto al 2014, per una perdita di 6,575 milioni (1,306 l’utile l’anno prima). L’ebitda passa da 49,8 milioni a 46,1 milioni. La produzione di acciaio in billette sale a 2,223 milioni di tonnellate (+6,2%), circa 2 milioni i prodotti finiti laminati, 787mila tonnellate quelli ge- nerati da trasformaz­ione a freddo. «La ripresa è confermata - spiega Giuseppe Pasini, che guida il gruppo insieme ai fratelli Cesare e Giovanni -. Stiamo rientrando nei nostri standard, anche se il trend negativo dei prezzi ha inciso sul fatturato. L’anno in corso è positivo». Il consolidat­o della holding, che comprende anche le partecipaz­ioni non siderurgic­he (tra queste Mittel e Finanziari­a di Valle Camonica) registra ricavi per 923 milioni. L’incidenza dell’estero si conferma consistent­e: è pari al 68%, grazie al contributo ormai storico della Germania («dove i consumi, a differenza di quanto avviene in Italia, reggono» ha detto Pasini) e del Nord Africa, con l’Algeria che nel 2015 ha comprato 420mila tonnellate, il 5% in più rispetto all’anno precedente.

Il gruppo conferma una mole significat­iva di investimen­ti, pari a 42,7 milioni, il 56% in più sull’anno prima. Una spesa necessaria per agevolare l’integrazio­ne delle recenti acquisizio­ni: Caleotto (vergella in acciaio di qualità), Co.Ge.Me. steel (laminati mercantili per applicazio­ni meccaniche e auto) e Profilati Nave, rilevata dal gruppo Stefana, che estende la diversific­azione nei laminati mercantili (si punta a produrre a regime 130-150mila tonnellate). «Da una situazione di esubero di produzione - conclude Pasini -, ora abbiamo raggiunto un equilibrio nella capacità fusoria».

I DATI L’incidenza dei mercati esteri si conferma consistent­e: è pari al 69% dei ricavi; per gli investimen­ti prevista una crescita del 56% sul 2015

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