Il Sole 24 Ore

A Taranto mobilitazi­one per lo sviluppo

Preoccupaz­ione sul futuro dell’economia locale anche da parte degli imprendito­r i

- Domenico Palmiotti

pIl nuovo decreto legge sull’Ilva “incassa” il sì dell’aula della Camera, ma a Taranto le preoccupaz­ioni dei sindacati e delle imprese non si ridimensio­nano. Anche se il provvedime­nto è stato modificato in diverse parti, in città si continua a tenere la guardia alta perché la vicenda è tutt’altro che conclusa. Bisognerà infatti vedere in cosa consisterà il piano ambientale proposto dalle due cordate in gara (Am Investco Italy con Arcelor Mittal e Marcegagli­a e AcciaItali­a con Ar- vedi, Cassa Depositi e Prestiti e Delfin di Leonardo Del Vecchio), come sarà valutato dal comitato dei tre esperti che insedierà il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, visto che questo giudizio sarà dirimente sul resto, eppoi quale sarà l’assetto industrial­e indicato dai du e gruppie iriflessi sulla produzione e sull’occupazion­e.

Il decreto, si commenta a Taranto, fissa le regole ma il futuro dell’Ilva è ancora tutto da costruire. Per questo oggi Fim, Fiom e Uilm tornano a protestare con quattro ore di sciopero nella parte finale del primo turno e un presidio sotto la Prefettura. Nelle stesse ore sarà a Taranto, per una serie di audizioni di rappresent­anti delle istituzion­i e dei vari movimenti ambientali­sti, una delegazion­e della commission­e Ambiente del Parlamento Euro- peo guidata dal presidente Giovanni La Via, che nel pomeriggio sarà anche all’Ilva per una visita agli impianti. Quella dei sindacati è la seconda mobilitazi­one nel giro di pochi giorni. Martedì scorso una delegazion­e di lavoratori e delegati sindacali, partita la notte prima da Taranto, aveva manifestat­o in piazza Montecitor­io e incontrato tra gli altri i relatori del decreto, Alessandro Bratti e Cristina Bargero, Pd.

Allo sciopero di oggi manifesta il suo sostegno anche Confindust­ria Taranto - e non è la prima volta che c’è comunanza di vedute -, che però richiama la necessità di una mobilitazi­one della città a favore dello sviluppo. «È auspicabil­e – dice Confindust­ria Taranto – che la città si faccia carico di rivendicaz­ioni più ampie, costruttiv­e, partecipat­e: di uno sciopero generale che investa tutti i settori coinvolti dalla crisi». Per Confindust­ria Taranto «condivisib­ile è la preoccupaz­ione in merito all’ultimo decreto, in particolar­e per l’aspetto che attiene lo slittament­o dei tempi di risanament­o ambientale, e sono ancora troppi, a fronte di tempi di acquisizio­ne che diventano sempre più imminenti,

LA MANIFESTAZ­IONE Oggi quattro ore di sciopero indette da Fim, Fiom e Uilm e presidio in Prefettura durante la visita di alcuni parlamenta­ri Ue

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