A Taranto mobilitazione per lo sviluppo
Preoccupazione sul futuro dell’economia locale anche da parte degli imprenditor i
pIl nuovo decreto legge sull’Ilva “incassa” il sì dell’aula della Camera, ma a Taranto le preoccupazioni dei sindacati e delle imprese non si ridimensionano. Anche se il provvedimento è stato modificato in diverse parti, in città si continua a tenere la guardia alta perché la vicenda è tutt’altro che conclusa. Bisognerà infatti vedere in cosa consisterà il piano ambientale proposto dalle due cordate in gara (Am Investco Italy con Arcelor Mittal e Marcegaglia e AcciaItalia con Ar- vedi, Cassa Depositi e Prestiti e Delfin di Leonardo Del Vecchio), come sarà valutato dal comitato dei tre esperti che insedierà il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, visto che questo giudizio sarà dirimente sul resto, eppoi quale sarà l’assetto industriale indicato dai du e gruppie iriflessi sulla produzione e sull’occupazione.
Il decreto, si commenta a Taranto, fissa le regole ma il futuro dell’Ilva è ancora tutto da costruire. Per questo oggi Fim, Fiom e Uilm tornano a protestare con quattro ore di sciopero nella parte finale del primo turno e un presidio sotto la Prefettura. Nelle stesse ore sarà a Taranto, per una serie di audizioni di rappresentanti delle istituzioni e dei vari movimenti ambientalisti, una delegazione della commissione Ambiente del Parlamento Euro- peo guidata dal presidente Giovanni La Via, che nel pomeriggio sarà anche all’Ilva per una visita agli impianti. Quella dei sindacati è la seconda mobilitazione nel giro di pochi giorni. Martedì scorso una delegazione di lavoratori e delegati sindacali, partita la notte prima da Taranto, aveva manifestato in piazza Montecitorio e incontrato tra gli altri i relatori del decreto, Alessandro Bratti e Cristina Bargero, Pd.
Allo sciopero di oggi manifesta il suo sostegno anche Confindustria Taranto - e non è la prima volta che c’è comunanza di vedute -, che però richiama la necessità di una mobilitazione della città a favore dello sviluppo. «È auspicabile – dice Confindustria Taranto – che la città si faccia carico di rivendicazioni più ampie, costruttive, partecipate: di uno sciopero generale che investa tutti i settori coinvolti dalla crisi». Per Confindustria Taranto «condivisibile è la preoccupazione in merito all’ultimo decreto, in particolare per l’aspetto che attiene lo slittamento dei tempi di risanamento ambientale, e sono ancora troppi, a fronte di tempi di acquisizione che diventano sempre più imminenti,
LA MANIFESTAZIONE Oggi quattro ore di sciopero indette da Fim, Fiom e Uilm e presidio in Prefettura durante la visita di alcuni parlamentari Ue