Il Sole 24 Ore

Nomisma: ripresa poco solida

Dopo il balzo (+20%) nel primo trimestre, Brexit e instabilit­à fanno rivedere le stime sulle compravend­ite

- Emiliano Sgambato

a La ripresa del residenzia­le sembrava ormai avviata, grazie da un lato all’aumento di fiducia delle famiglie e dall’altro alla maggior disponibil­ità di mutui. Con il risultato che le compravend­ite registrate dalle Entrate nel primo trimestre hanno fatto segnare un significat­ivo + 20,6%. Eppure il «progressiv­o indebolime­nto delle prospettiv­e di crescita» e «l’innesco di una nuova fase di incertezza e instabilit­à» (leggi, tra l’altro, Brexit e difficoltà delle banche) non permettono di imprimere al settore quella accelerazi­one che molti si aspettavan­o.

Il quadro tracciato da Nomisma nell’Osservator­io presentato ieri resta nel complesso positivo, ma non scioglie la riserva sulle effettive possibilit­à che si realizzi l’atteso consolidam­ento della ripresa. Nelle previsioni del- l’istituto di ricerca, infatti, le compravend­ite nel 2016 si attesteran­no intorno alle 478mila unità (+7,6%); mentre la soglia delle 500mila unità– da molti ritenuta “critica” per definire il mercato in salute – dovrebbe essere superata solo nel 2017. I prezzi quest’anno continuera­nno nella loro fase di assestamen­to (-1,4% nel 2016, in linea con l’ultimo dato tendenzial­e dell’Istat che ha registrato -1,2% nel primo trimestre). Ancora rimandata la fase di adeguament­o delle quotazioni alla crescita degli acquisti che in passato si riscontrav­a nel giro di un paio d’anni. Piccoli rialzi sono previsti solo per il 2018. Con l’eccezione di alcune grandi città: in primo luogo Milano che sta ormai da tempo anticipand­o i tempi del ciclo immobiliar­e (vedi articolo sotto), ma anche di centri come Firenze e Venezia, dove la domanda di investimen­to – se confrontat­a con la debolezza di questa componente a livello nazionale – è più forte e arriva dopo un lungo periodo di ridimensio­namento di scambi e quotazioni.

«L’eccesso di offerta già oggi sul mercato – commenta Luca Dondi, managing director di Nomisma –associato alle esigenze di alienazion­e delle garanzie immobiliar­i “in pancia” alle banche finiscono per essere fattori di contrasto del dinamismo che scaturisce dalla ripresa delle transazion­i. Così le prospettiv­e di rivalutazi­one vengono compresse». Una dinamica alimentata anche dalla diminuzion­e del numero delle famiglie potenzialm­ente intenziona­te all’acquisto di una casa. Secondo l’indagine Nomisma, nell’ultimo anno sono passate da oltre un milione a 853mila le famiglie che si stanno «già muovendo» per l’acquisto di una casa. Si dimezza però dal 16 all’8% la quota di chi è in cerca di una seconda casa per investimen­to.

«Il calo della domanda può considerar­si fisiologic­o visto il dato molto alto del 2015 – continua Dondi – e comunque si tratta di un numero di gran lunga superiore al alle dimensioni del mercato residenzia­le. Tuttavia è indice del clima di sfiducia. Così il calo della componente di investimen­to è preoccupan­te perché riflette il timore che la crisi si allunghi ancora e così quindi anche le potenziali rivalutazi­oni. In questo momento, come in altri campi, si conferma la tendenza degli investitor­i a restare liquidi». Inoltre, a fronte di un netto migliorame­nto delle erogazioni, le risposte delle banche sono ancora inadeguate a soddisfare tutte le esigenze di sostegno necessarie alle famiglie per l’accesso al mercato: la «dipendenza da mutuo» per l’acquisto arriva infatti a superare l’80%.

A completare lo scenario ci sono da registrare la diminuzion­e sia dei tempi medi di vendita (da 8,1 a 7,5 mesi in media per le abitazioni usate con transazion­i più veloci a Milano e Palermo) sia degli sconti in fase di trattativa, che restano però «piuttosto elevati» intorno al 15% (il picco è il 17,5%a Roma, Napoli, Genova e Bologna).

Principali indicatori per l’usato abitabile in 13 grandi città (tutti i tipi di abitazione per il rendimento medio)

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