Rame oltre 5mila dollari
Per la prima volta da oltre due mesi il rame è tornato sopra 5mila $/tonnellata al London Metal Exchange. Lo spunto è arrivato dalla bilancia commerciale cinese, peraltro deludente, con una contrazione superiore alle attese, in dollari, sia per l’export (-4,8% annuo) che per l’import (-8,4%). Anche gli acquisti di rame raffinato sono calati, per il terzo mese consecutivo, a 420mila tonn. Ma gli analisti li giudicano tuttora robusti e comunque nel 1° semestre le importazioni restano da primato: 2,74 milioni di tonn. di metallo (+22%), cui si aggiungono 8,04 milioni di tonn. di concentrati (+35%). «Il mercato ha visto il bicchiere mezzo pieno - osserva Daniel Hynes di Anz - ma probabilmente è un po’ prematuro, visti i timori per la crescita cinese e gli interrogativi sull’aumento delle scorte». Quello delle scorte è in effetti un vero rebus. Nei magazzini Lme stanno risalendo in fretta, dopo il crollo di inizio anno: dal 5 aprile, quando erano ai minimi da 2 anni, sono cresciute di oltre il 65% a 233.050 tonn, grazie a frequenti e in qualche caso ingenti consegne in Asia. Il percorso è stato speculare allo Shanghai Future Exchange, dove le scorte di rame sono più che dimezzate dal record storico di marzo (394.777 tonn). In parte il fenomeno si spiega con gli incentivi ai clienti che pare siano stati offerti da alcuni magazzini Lme, anche se il forte aumento a Singapore - dove le giacenze sono ai massimi dal 1999 - ha spinto a ipotizzare consegne da parte di un grosso trader, forse costretto a chiudere posizioni in borsa. Le scorte hanno intanto avuto un andamento erratico anche nei magazzini doganali cinesi: ora sono tornate ad accumularsi, alimentando il sospetto di un ritorno dei finanziamenti con metallo a garanzia.