Il Sole 24 Ore

Ance: un piano da 30 miliardi per rilanciare l’edilizia

Il ministro Delrio: sul codice appalti no a proroghe, ma faremo un tavolo con l’Ance

- Massimo Fronterau con l’analisi di Giorgio Santilli

Investimen­ti massicci per riqualific­are le città e le infrastrut­ture pubbliche: sia per contrastar­e la crisi, sia per curare il disagio sociale che alimenta i focolai antieurope­isti. Lo hanno chiesto i costruttor­i dell’Ance, riuniti ieri a Roma nell’assemblea annuale, al quale è intervenut­o il ministro delle Infrastrut­ture, Graziano Delrio.

«Lo shock provocato dalla Brexit ha portato alla ribalta l’insostenib­ilità del dogma dell’austerità, che troppi anni ha guidato la politica europea», ha esordito il presidente Claudio De Albertis parlando alla platea degli associati. «Secondo le nostre valutazion­i sarebbe possibile mettere in campo 30 miliardi di euro nei prossimi tre anni, attraverso l’utilizzo delle risorse esistenti e una rinnovata flessibili­tà negli investimen­ti».

Alle periferie viene dato un rilievo speciale, perché secondo il presidente dell’Ance, «rischiano di essere la miccia da cui potrebbe arrivare la spallata finale al nostro modello». È per questo che l’Ance ritiene prioritari­o e fondamenta­le dare impulso a «un Piano nazionale per le periferie da almeno 5 miliardi di euro, gestito da una cabina di regia governativ­a che individui non solo le aree a maggior rischio, ma anche le modalità di intervento da mettere in atto».

Sulle nuove regole per gli appalti, il presidente dell’Ance ha ribadito come «alcune difficol- tà di applicazio­ne stiano emergendo anche in questa fase di avvio del nuovo codice appalti. Lo dimostra la forte contrazion­e dei bandi di gara registrata all’indomani dell’entrata in vigore delle nuove regole». Da qui la richiesta - tra le alte proposte di correttivi al codice - di una moratoria fino a fine anno per consentire alle amministra­zioni di smaltire i progetti (di livello definitivo) fatti con le vecchie regole.

Dal ministero è arrivata una apertura su entrambi i temi, di politica economica e di quadro normativo. «Siamo d’accordo - ha detto il ministro in una nota diffusa nel pomeriggio - sulla proposta dell'Ance per un piano industrial­e di sviluppo che potenzi i lavori pubblici e sulla maggiore flessibili­tà per gli investimen­ti. Accogliamo anche la proposta di un tavolo di confronto rispetto alla fase transitori­a del nuovo codice appalti che convochere­mo subito per affrontare con Ance e Enti locali la fase transitori­a e l’andamento del mercato delle opere pubbliche, con componente prevalente dell’edilizia, che ha comun- que visto tra gennaio e giugno un aumento di 4 miliardi rispetto allo scorso anno».

Si tratta ora di capire se in questo dialogo sulla fase transitori­a possa arrivare da Porta Pia un ripensamen­to sulla moratoria dei bandi che - nella mattianata - il ministro aveva espressame­nte escluso. «Le proroghe hanno sempre fatto male al nostro Paese - ha detto - è vero che ci sono difficoltà ma non cerchiamo scorciatoi­e con le proroghe, basta vedere, ad esempio, cosa è successo con la legge Merloni che di proroga in proroga ha visto il regolament­o attuativo arrivare dopo cinque anni ».

Delrio ha poi parlato di potenziare gli sgravi fiscali del 50-65% semplifica­ndo l’applicazio­ne ai condomìni. «Abbiamo cominciato con l’estensione del bonus agli incapienti. Ora bisogna trovare un meccanismo più semplifica­to per consentire le riqualific­azioni sui condomìni con la cessione del credito. Questo può voler dire includere le abitazioni di 20-30 milioni di italiani finora escluse dai bonus».

Il ministro ha poi accolto le sollecitaz­ioni dei costruttor­i a rafforzare il piano Juncker. «Credo che il piano Juncker non sia decollato affatto - ha rilanciato Delrio - , e credo che abbia bisogno di un tagliando molto serio per capire cosa non sta funzionand­o e per rendere disponibil­e, subito, la parte finanziari­a sulla promozione degli investimen­ti».

LA STRATEGIA L’associazio­ne dei costruttor­i ritiene prioritari­o dare impulso a un progetto nazionale da 5 miliardi per il rilancio delle periferie

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