Il Sole 24 Ore

Agli istituti di credito francesi piacciono i BTp

- @vitolops V. L.

pA lla Francia piacciono i BTp più della Germania. Lo si può evincere indirettam­ente osservando il dato sull’esposizion­e creditizia in Italia delle banche straniere, elaborato dalla Banca dei regolament­i internazio­nali.

Il dato - che tecnicamen­te comprende anche la quota di titoli di Stato italiani detenuta da istituti stranieri, così come i crediti erogati in Italia dalle banche straniere - vede la Francia al primo posto con un’esposizion­e complessiv­a di 280 miliardi di dollari, a fronte dei 92 miliardi delle banche tedesche. Queste ultime hanno ridotto notevol- mente l’esposizion­e in Italia negli ultimi anni, considerat­o che nel 2008 avevano una quota superiore ai 250 miliardi.

Nel complesso le principali banche straniere in questo momento hanno un’esposizion­e sul sistema Italia di circa 600 miliari di dollari. Il dato trova corrispond­enza con le ultime statistich­e sul debito pubblico preparate da Bankitalia. Secondo il bollettino di giugno (con i dati aggiornati a marzo) il controvalo­re dei titoli detenuti da investitor­i non residenti risultava pari a 730,61 miliardi di euro rispetto ai 699,586 miliardi del mese precedente, passando dal 37,5% al 38,9% del totale.

È il segnale - come peraltro confermato dalle ultime aste - che i titoli di Stato italiani vantano appeal crescente tra gli investitor­i stranieri. La curva dei rendimenti del debito pubblico vede in questo momento tassi negativi fino alla scadenza a 2 anni. Si parte dal -0,28% offerto dai BoT a 1 mese fino al 2,19% dei BTp a 30 anni, passando per un titolo decennale che rende oggi l’1,2%, oltre 120 punti base in più rispetto all’omologo Bund tedesco finito da qualche seduta sottozero.

In un contesto di tassi sempre più negativi, e in cui alle banche costa lo 0,4% (tale è il tasso sui depositi della Bce) parcheggia­re le riserve non obbligator­ie presso il conto presso la Banca centrale europea, si scopre come mai i titoli italiani piacciono agli investitor­i istituzion­ali stranieri. Protetti dall’ombrello della Bce (lo scudo anti-spread potenziale e mai attivato e il pia- no di quantitati­ve easing) i bond governativ­i italiani - in mano alle banche italiane per 400 miliardi di euro - sono diventati oggi uno strumento alternativ­o di gestione della liquidità per i grandi investitor­i.

Da diverso tempo hanno abbandonat­o la funzione di “risparmio” assumendo quella di “strumento monetario”. La riprova arriva anche dalla percentual­e, sempre più esigua, di piccoli risparmiat­ori oggi investita in titoli di Stato italiani: la quota “retail” è scesa nell’ultimo anno dall’8% al 5 per cento.

I TITOLI DI STATO Secondo i dati Bankitalia i bond governativ­i italiani in mani straniere sono aumentati a 730 miliardi, il 38,9% del totale

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