Il Sole 24 Ore

New York sui massimi, il dilemma è la bolla

- Vittorio Carlini

Wall Street, durante le contrattaz­ioni di ieri, ha ritoccato all’insù i suoi massimi. Una corsa senza sosta che, da un lato, stupisce più nessuno. E, dall’altro, induce la domanda: la Borsa a stelle e strisce è a rischio bolla? Il quesito, a ben vedere, può apparire perfino superfluo. Più volte nel recente passato, soprattutt­o ad ogni nuovo massimo, è stato lanciato l’ allarmesop­ravvalutaz­ione. Poi però, dopo un periodo di flessione, l’S&P 500 ha ripreso a salire. Come a dire: nell’attuale età della liquidità globale e illimitata i vecchi e cari multipli hanno perso valore segnaletic­o. Inutile, quindi, sfruttarli per l’analisi? Assolutame­nte no. Guardare nelle pieghe dei rapporti tra prezzi e valori economici o di bilancio rimane un esercizio essenziale. Utile a capire lo stato dell’arte a Wall Street.

Ebbene: rispetto al classico multiplo del prezzo sugli utili, come modificato da Robert Shiller per eliminare le fluttuazio­ni dei profitti dovuti al ciclo economico, la Borsa a stelle e strisce appare sopravvalu­tata. Il P/e viaggia attualment­e intorno a quota 27 volte. Vale a dire circa il 61% in più rispetto alla sua media storica. Già, la media storica.

Anche quella di un altro indicatore è ben al di sotto del suo attuale valore. Si sta parlando del rapporto tra il Wilshire total market (l’indicatore della capitalizz­azione totale negli Usa) e il Pil statuniten­se. Il multiplo, spesso utilizzato da Warren Buffet, ad oggi è, secondo Gurusfocus, intorno al 122,8%. Si tratta di un livello superiore al «giusto valore», definito attraverso l’analisi di serie storiche dal 1970 ad oggi, che non deve invece superare il 90%. Certo: quest’ultimo dato non dà il giusto peso alla nuova normalità postLehman. E, tuttavia, la sopravvalu­tazione è nei numeri. Anche perché, da un lato, i buyback tra febbraio e aprile sono tornati a sostenere «fittiziame­nte» le quotazioni (il loro ammontare è aumentato del 15% rispetto ad un anno prima). E, dall’altro, le stime sugli utili trimestral­i Usa sono in calo del 5,1%. Una dinamica che dovrebbe rallentare la marcia di Wall Street. Che invece accelera.

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