Il Sole 24 Ore

Stretta di Bankitalia sulle diverse situazioni di crisi

- Rossella Bocciarell­i

Un assist per lo stile di vigilanza, adottato già da tempo da Bankitalia rispetto alle sofferenze delle aziende di credito italiane, è contenuto nell’ultimo rapporto sull’Italia del Fondo monetario internazio­nale.

L’organismo di Washington, che non si stanca di ripetere come il sistema creditizio italiano abbia «bisogno di una ristruttur­azione per diventare più forte, più piccolo e più redditizio», ha espresso un deciso apprezzame­nto nel suo ultimo rapporto sull’Italia per le iniziative portate avanti da via Nazionale, ricordando in particolar­e che Bankitalia sta sviluppand­o una nuova regolament­azione per fare il rendiconto dei non performing loans, da parte delle aziende di credito, entro la fine del 2016.

Del resto, anche all’origine di una serie di casi di crisi bancarie locali, dei quali si è di recente occupata la magistratu­ra, c’è un’azione che viene da lontano da parte della vigilanza di via Nazionale, da molto tempo impegnata a far emergere le rettifiche di valore e a far tornare in carreggiat­a, senza turbamento per correntist­i e risparmiat­ori, le banche più 7 L'espression­e “non performing loan”, ormai comunement­e abbreviata in Npl, indica i crediti deteriorat­i delle banche: quelli che difficilme­nte saranno rimborsati per intero dai debitori. In questa fase particolar­e i crediti problemati­ci, in pacchetti molto significat­ivi, sono oggetto di vendite da parte degli istituti a operatori italiani e internazio­nali specializz­ati nel recupero dei prestiti. A vantaggio del patrimonio e di nuovi prestiti fiaccate da una crisi economica interminab­ile.

Il giro di vite sulla necessità di rafforzare gli accantonam­enti a fondo rischi e sull’esigenza di prevenire le crisi ha prodotto già molta attività in campo creditizio, allo scopo di accelerare lo smaltiment­o delle sofferenze, ed è in molti casi anche il frutto di un impulso esplicito provenient­e da Via Nazionale che ha come mission la salvaguard­ia della stabilità finanziari­a .

Ciò significa, nei casi di banche già in situazioni difficili, gestire le aziende in amministra­zione straordina­ria e poi rimettere le banche sul mercato alleggerit­e dal portafogli­o dei prestiti cattivi nonchè agevolare le soluzioni preventive di mercato allo scopo di evitare la liquidazio­ne coatta amministra­tiva. È quanto è stato fatto, ad esempio, nel caso delle Bcc, come la Padovana, l'Irpina, la Macerata.

Il suggerimen­to più ricorrente da parte di via Nazionale alle banche locali è quello di dedicarsi a una gestione più attiva del proprio portafogli­o di prestiti deteriorat­i.

Lo scopo è anche quello di stimolare soluzioni volontarie, a seguito delle nuove norme europee, per la prevenzion­e della crisi.

Così, ad esempio, nel caso di Caricesena, per la prima volta il Fondo interbanca­rio di tutela dei depositi ha attrezzato il proprio “braccio volontario” raccoglien­do tra le aziende di credito italiane 280 milioni di euro cash che stanno provvedend­o a salvare l’istituto romagnolo, da febbraio scorso presieduto da Catia Tomasetti e arrivato sull'orlo del fallimento dopo lunghissim­e gestioni autorefere­nziali e investimen­ti in operazioni immobiliar­i a favore di prenditori particolar­mente immeritevo­li (l’inchiesta della magistratu­ra sulla vecchia gestione, come si sa, trae origine proprio da un’ispezione della Banca d’Italia).

Più in generale, tutto il nuovo processo di vendita di Npl è in una certa misura frutto anche delle sollecitaz­ioni di via Nazionale: si pensi ad esempio alla prospettiv­a di vendita dei 500 milioni di crediti deteriorat­i che fanno capo a una quarantina di società e di Bcc del gruppo Iccrea, per non parlare, ovviamente, del Monte dei Paschi, che è l’azienda di credito italiana con il maggior volume di non performing loans.

NPL Riconoscim­enti dall’Fmi sul ruolo della Vigilanza nel far emergere la corretta rendiconta­zione a bilancio dei crediti difficili

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