Dalla Cdp una dotazione per il trasferimento tecnologico
ogliamo andare a investire lì dove ci sono idee e imprenditori in nuce, ma dove non ci sono le società». Fabio Gallia, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, anticipa così, durante il suo intervento al Forum dell’Economia digitale (Fed) organizzato da Confindustria Giovani e Facebook, l’arrivo di una dotazione di Cdp ad hoc per il trasferimento tecnologico. Nessuna dichiarazione sul quantum, ma università, centri di ricerca, acceleratori potranno certamente beneficiarne. Digitale, idee, imprese, sistema Paese. Il significato profondo di una giornata come quella di ieri al Mico (Centro congressi di Milano) va senz’altro a poggiarsi su un’impalcatura in cui tutto si regge in un messaggio di fondo che è (o comunque deve essere) patrimonio condiviso: l’innovazione digitale è «un’opportunità e anche una grande condanna».
Sono sempre parole di Gallia nelle quali è possibile leggere tutti i limiti e le potenzialità dell’innovazione digitale nel Paese. C’è da fare i conti con un obsolescenza diffusa del parco macchine utensili e dei sistemi di produzione dell’industria (la quota di macchine utensili con più di 20 anni è pari al 27% del totale installato e, contestualmente, si dimezza la quota di macchine con età inferiore ai 5 anni). Allo stesso tempo la seconda manifattura d’Europa non può lasciarsi sfuggire la chance di un upgrade digitale che vorrebbe dire profonda trasformazione, ma in un terreno già ben dissodato. Il tempo a disposizione è però sempre meno. «Gli americani fanno, i cinesi copiano e gli europei regolamentano», è uno schema che può rivelarsi pericoloso. Testimonianze e casi aziendali non hanno fatto altro che dare sostanza alla consapevolezza che occorre spingere sull’acceleratore. Martin Sorrell, ceo Wpp, parla dell’Italia come del nono Paese per fatturato della holding di comunicazione sul quale Wpp «punta molto, come su tutta l’Europa Occidentale, dopo Brexit». L’Italia però si trova anche dinanzi a «una svolta cruciale» in cui saranno decisivi, e allo stesso tempo, «sviluppo di software e riforme politiche precise».
L’hardware, le infrastrutture, in un simile quadro non sono e non possono essere trascurabili. «Quello che abbiamo dinanzi è un momento speciale in cui con la banda ultralarga si sta decidendo di fare un investimento che servirà al nostro Paese per i prossimi 30-50 anni», ha detto Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia e presidente di Assin- form. «Come dimostra anche il caso di Enel Open Fiber, si sta finalmente facendo sistema per diffondere la banda ultralarga in tutto il Paese, con l’obiettivo di superare il digital divide. La domanda crescerà rapidamente nei prossimi anni grazie anche allo sviluppo di nuove applicazioni e servizi, per questo c’è bisogno di un’infrastruttura a prova di futuro», ha aggiunto Maximo Ibarra, ceo Wind.
Infrastrutture e servizi, quindi, come due facce di una inscindibile medaglia. Del resto i cambiamenti delle abitudini e le nuove tecnologie vanno avanti di pari passo. Nicola Mendelsohn, vicepresidente Facebook per Europa, Medio Oriene e Africa, ricorre ai numeri, chiari nel testimoniare come si sta cambiando. Secondo Cisco l’80% del traffico internet sarà su video entro il 2019. E nel mondo 1,65 miliardi di persone al mese usano Facebook (28 milioni in Italia); 1 miliardo Whatsapp; 900 milioni Messenger; 500 milioni Instagram.
Con l’innovazione digitale dovranno misurarsi comunicazione e mondo dei media, come sottolineato dal panel di discussione con Marinella Soldi (Discovery Italia), Rodolfo De Benedetti (Cir), Enrico Mentana (La7), Alessandro Plateroti (Il Sole 24 Ore). Spostando la visuale su imprese e mondo produttivo, Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, in panel con Cristina Scocchia, ad L’Oreal Italia, non ha usato mezzi termini: «L’innovazione digitale è paragonabile all’invenzione del fuoco 1,5 milioni di anni». Dal wearables di una startup italiana che segnala l’arrivo di attacchi epilettici e permette soccorsi tempestivi ai sistemi che permettono di interagire con persone con gravi problemi come ischemia e Sla, alla impresa di occhiali creata dal nulla grazie ai social da Saturnino Celani, musicista meglio conosciuto come Saturnino, l’elenco per capire che davanti c’è una possibile corsa all’oro diventa sempre più nutrito.