Il Sole 24 Ore

Per il caffè rischio scorte significa timore di scarsità

I magazzini sono quasi vuoti: al giorno d’oggi un caso raro tra le mater ie pr ime Prezzi ai massimi da oltre un anno per arabica e robusta

- Sissi Bellomo @SissiBello­mo

pAnche sul mercato del caffè le scorte preoccupan­o. Ma non perché siano eccessive, come per il petrolio e quasi tutte le altre materie prime. In questo caso il problema è esattament­e l’opposto: i magazzini si sono quasi svuotati e con i consumi globali in forte crescita, i chicchi - almeno fino al prossimo raccolto - rischiano di scarseggia­re, mantenendo i prezzi in tensione.

Sia la varietà robusta che l’arabica sono già ai massimi da oltre un anno. La prima ieri a Londra valeva 1.842 $/tonnellata , mentre sulla piazza di New York il caffè arabica - il più pregiato, impiegato nell’espresso all’italiana - ha chiuso a 1, 5215 $/libbra, dopo essersi apprezzato di oltre il 20% da inizio maggio. Nello stesso periodo il robusta è rincarato di circa il 9%, anche se i suoi fondamenta­li appaiono più rialzisti: la siccità ha colpito tutte le maggiori aree di produzione nel mondo, a cominciare dal Vietnam, riducendo drasticame­nte l’offerta.

Il premio dell’arabica sul robusta è salito a livelli che non si vedevano da aprile dell’annoscorso, oltre 60 cents per libbra: una divaricazi­one eccessiva, a giudizio dell’Internatio­nal Coffee Organizati­on (Ico). Il raccolto di arabica si annuncia infatti molto abbondante, quanto meno in Brasile: dopo due stagioni deludenti le previsioni ufficiali del Conab anticipano un aumento del 26% a 40,3 milioni di sacchi da 60 kg.

Le forti oscillazio­ni del real, la valuta brasiliana, stanno però distorcend­o le dinamiche del mer- cato. Quando il cambio col dollaro crollava, l’export correva (svuotando i magazzini). Viceversa, avverte l’Ico, l’attuale rafforzame­nto del real «ridurrà l’incentivo per gli esportator­i a rilasciare caffè sul mercato internazio­nale, sosprattut­to con le scorte che si sospettano basse».

Le esportazio­ni dal Brasile, che solo da poco ha avviato il raccolto, in giugno si sono ridotte del 12% rispetto a un anno fa, a 2,07 milioni di sacchi. Il calo dipende soprattutt­o dal robusta(-80% ad appena 83.303 sacchi), ma l’associazio­ne degli esportator­i Cecafe avverte che le scorte, anche di arabica, sono ridotte a «livelli storicamen­te bassi». «Il Brasile - dice il presidente Nelson Carvalhaes - ha esaurito tutto il caffè che aveva raccolto e le sue eccezional­i giacenze».

Sarebbe rimasto appena il 10% dell’ultimo raccolto anche in Vietnam, primo fornitore di robusta, stando a testimonia­nze riferite dal Wall Street Journal. E l’export di Hanoi ha iniziato a rallentare: in giugno è diminuito del 2,2% rispetto a maggio.

L’Usda prevede che a livello globale le scorte di caffè saranno ai minimi da 4 anni a fine stagione. Persino nei magazzini dell’Ice, dove è quotato l’arabica, il caffè non era così scarso dal 2011. E uno sciopero dei trasportat­ori in Colombia, che dura da oltre un mese, sta ulteriorme­nte riducendo le consegne.

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