Il Sole 24 Ore

Ai concerti come allo stadio, tutti controllat­i

- M.Lud.

pLa vera novità delle disposizio­ni diramate dal capo del dipartimen­to Ps, Franco Gabrielli, subito dopo la tragedia di Nizza, impatta su quattro scenari possibili: eventi «musicali, sportivi, religiosi e turistici». Una miriade di situazioni. Per la prima volta, però, si introducon­o misure che inciderann­o su alcune abitudini: andare a un concerto, a una festa in piazza, a una celebrazio­ne religiosa nelle strade, e fare la fila per sottoporsi ai controlli di poli- zia, non è proprio un dettaglio. I tempi di circolazio­ne possono rallentare, le attese aumentare. Toccherà ai questori valutare, di volta in volta, le decisioni più opportune e necessarie. Se adottare, per esempio, soluzioni operative come «zone di rispetto e/o prefiltrag­gio». E come farlo senza paralizzar­e le dinamiche sociali.

Un rebus o almeno una scommessa complicata per progettazi­one e conseguenz­e. Il resto è ormai quasi scontato, per i questori: riqualific­azione della sorveglian­za degli obiettivi sensibili, rimodulazi­one dei piani operativi di prevenzion­e. Si aggiunge, da ieri, l’ennesima stretta sulle ricognizio­ni informativ­e per cogliere anche la minima traccia o indizio di un rischio o di una pista legata alla minaccia terroristi­ca. Le Digos, insomma, viaggiano al massimo numero dei giri. Si sta ponendo poi il tema più generale di un maggior raccordo con le polizie locali: è ormai indispensa­bile, l’intreccio e il riscontro nei tempi più rapidi possibili di qualunque segnalazio­ne può risultare decisivo e non sempre accade. Poi in alcune città, come Roma, c’è la questione della circolazio­ne dei mezzi commercial­i: gli obblighi di orari di carico e scarico sono rimasti sulla carta. Va insomma scongiurat­o a ogni costo che fuori orario siano per strada, nelle città a rischio, mezzi imgombrant­i, se non pesanti, che dopo il caso di Nizza fanno paura.

Il caso francese di giovedì sera, del resto, conferma che il rischio di un attacco terroristi­co dell’Isis non si limita a una città come Roma o Milano. Ma può svolgersi, in teoria, dovunque ci siano grandi concentraz­ioni di persone - d’estate lungo le coste italiane ci sono località turistiche con migliaia e migliaia di turisti - e ogni questore, dunque, è chiamato in causa. Anche per questo ieri la circolare operativa del dipartimen­to Ps è stata accompagna­ta da una lettera personale inviata con mail da Franco Gabrielli a tutti i questori. A un mese dall’insediamen­to, Gabrielli ha espresso tutto il suo sostegno a ciascuno di loro, «autorità di pubblica sicurezza». Ma il capo della Polizia ha voluto sottolinea­re anche l’esigenza del valore simbolico della profession­e di poliziotto: «Dirigenti e funzionari, con a capo il Questore - scrive il prefetto - non devono trascurare l’esempio personale e l’indicazion­e di modelli comportame­ntali in servizio e fuori servizio». Poliziotti dentro e fuori, sempre. Anche per combattere tutti insieme il terrorismo.

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