Balzo in avanti per la manovra di fine anno
In due mesi e mezzo passa dal 13 al 28,2% - Nelle intenzioni del premier Renzi entro agosto si potrebbe andare a pieno regime
Il premier Matteo Renzi se lo augura e lo ha ribadito anche all’ultima direzione del Pd. «Speriamo - ha annunciato – di dare piena attuazione alla legge di Stabilità entro agosto». Un segnale forte che consentirebbe di bruciare qualche piccola tappa rispetto alle scadenze dettate dalla legge stessa: ci sono, infatti, tre provvedimenti che per il varo potrebbero attendere tra ottobre e dicembre.
Fin qui gli auspici. Ma a guardare la fotografia dello stato di attuazione della legge, scattata dal Governo stesso a metà luglio, quel traguardo sembra ancora lontano, nonostante i progressi significativi compiuti negli ultimi giorni. Secondo il report dell’Ufficio per l’attuazione del programma, sono 38 i provvedimenti legati alla Stabilità adottati in questi primi sei mesi del 2016, sui 142 che costituiscono il pesante “fardello” che la legge 208/2015 ha portato con sé. Il totale sale a 40 con due provvedimenti arrivati in «Gazzetta» questa settimana: il primo è il decreto che consente a chi ha crediti con la Pa di compensarli con le cartelle esattoriali; l’altro è una normativa sui piani di rientro delle aziende sanitarie.
A sei mesi dal varo della legge, quindi, la percentuale di attuazio- ne è al 28,2%, mentre alla rilevazione di aprile era ferma al 13% (si veda il Sole 24 Ore del 24 aprile). Ma la strada da fare resta lunga: all’appello mancano poco meno di tre provvedimenti su quattro. Di questi ben 47 sono quelli fuori tempo massimo e gli altri quelli privi di scadenza ma comunque necessari per centrare l’ambizioso obiettivo della piena attuazione che Renzi si è dato per fine estate.
Con il mini-sprint di primavera si sono sbloccati alcuni capitoli importanti della manovra. Per esempio, è operativo dal 29 maggio il decreto del Lavoro con le istruzioni per la detassazione dei premi di produttività. E questo ha dato il via al deposito delle intese aziendali, passo necessario prima di corrispondere i premi ai lavoratori. Tutto pronto, al fotofinish, anche per il pagamento della prima quota del canone Rai direttamente nella bolletta elettrica. È arrivato, con cinque mesi di ritardo, anche il bando da 500 milioni per riqualificare le periferie con nuove scadenze fissate per agosto.
In quest’ultimo periodo ha recuperato terreno il ministero del Lavoro, che su un carico di dieci provvedimenti ne ha liquidati quattro (tra cui, appunto, quello sulla detassazione della produttività e quello sul part-time agevolato prima della pensione). Performance positiva anche per il ministero del- l’Istruzione, che ha varato tre decreti su sei, lasciando indietro quelli senza scadenza.
Il primato resta comunque nelle mani dell’agenzia delle Entrate, che ha quasi completato il proprio carico di lavoro (manca solo il provvedimento, previsto per settembre, che ridetermina le rendite catastali dei capannoni sottraendo gli imbullonati). Più pesante l’arretrato dell’Economia e di Palazzo Chigi, che però avevano anche il record di decreti di attuazione: su 34 normative di dettaglio attese dal ministro Padoan, solo due sono state varate, mentre sei (su 33) sono quelle portate a termine dalla presidenza del Consiglio.
I tasselli mancanti sono significativi. Tra questi il decreto, atteso da gennaio, con i criteri per assegnare i 500 euro da investire in cultura a chi compie (o ha compiuto) i 18 anni nel 2016. Sempre in tema di card, ancora non pervenuto il decreto che sblocca la “Carta della famiglia” (scaduto il 31 marzo). Potrebbe poi rallentare le decisioni di spesa dei consumatori anche l’assenza dei criteri per ottenere il credito di imposta concesso a chi installa sistemi di videosorveglianza: il decreto con le priorità di impiego (a disposizione ci sono “solo” 15 milioni) era previsto per fine marzo.