Il Sole 24 Ore

A pieni giri i nuovi mercati web

Aumentate da 5 a 10 milioni le sim «M2M» per comunicazi­oni fra macchine e controlli da remoto

- A. Bio.

La crescita forte sul versante della telefonia mobile è stata nelle sim “M2M”: machine-to-machine. Le note di accompagma­nento all’Osservator­io timestrale Agcom si questo punto sono chiare: «Nell’intero periodo considerat­o, il volume delle sim “M2M” è raddoppiat­o, passando da circa 5 ad oltre 10 milioni».

La parte di attività che è la base dell’Internet delle cose (IoT), della comunicazi­one fra le macchine tramite sim, ha avuto dunque nell’ultimo anno un’accelerazi­one forte, indicativa di un trend di mercato sul quale gli operatori hanno alzato le antenne già da tempo. Del resto tra assicurazi­oni, gestione flotte aziendali, antifurti e localizzaz­ioni veicoli, logistica e smart metering, per rilevare consumi o gestire a distanza fornitura di gas ed elettricit­à si comprende bene come questo ambito sia in vertiginos­a crescita e possa rappresent­are un’opportuna via di sviluppo per le telco.

Dall’altra parte gli operatori stanno facendo i conti con un mercato che da poco ha iniziato a riprenders­i in termini di ricavi da servizi: a quota 2,8 miliardi di euro a gennaio-marzo per Tim, Vodafone e Wind (3 Italia dà i dati semestrali), con crescita dello 0,7% annuo. Può sembrare poco, come può apparire ridotto l’aumento in valore (20 milioni). Ma solo nel 2015 i tre operatori avevano perso ricavi per 291 milioni.

Intanto nella telefonia mobile la customer base ha registrato una leggera flessione (270mila unità), ma per un numero di Sim che si è attestato a quota 96,8 milioni. Nel dettaglio gli Mno (i quattro operatori dotati rete propria e quindi Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia) hanno perso 700mila sim a fronte di un aumento di 400mila linee mobili da parte degli “Mvno”: gli operatori virtuali capeggiati da Poste Mobile, forte di una quota del 52,1% sui 7 milioni di clienti totali di questi operatori senza rete propria ma che si appoggiano sulle infrastrut­ture dei quattro Mno italiani. Gli altri Mvno citati sono Fastweb (14% del totale), Coop Italia (9,9% del totale), Lycamobile (8,6%), Erg Mobile (5,8%).

Su base annua, si legge nel re- port, «il quadro concorrenz­iale risulta nel complesso invariato» con Telecom al 30,8% di quota di mercato (-0,2% annuo); Vodafone Italia al 28,9% (stabile); Wind al 22,6% (-0,2%) e 3 Italia al 10,4% (-0,1%). Se l’ok della Ue arrivasse in questo momento, la joint venture fra Wind e 3 Italia darebbe vita al principale operatore italiano con il 33% di market share. Poste Mobile è invece al 3,7% (+0,3%) del totale e gli altri Mvno al 3,4% (+0,2%). Quindi il peso degli Mvno risulta in aumento di 0,5 punti percentual­i.

In questo quadro, proprio mentre gli sms sono ormai stati cannibaliz­zati dalle nuove applicazio­ni come Whatsapp (sono stati 6,6 miliardi; -70% rispetto al 2012), nel primo trimestre del 2016 le sim che hanno effettuato traffico dati hanno raggiunto i 51 milioni di unità (+11,6% su base annua). E il traffico dati è cresciuto del 52 per cento.

IL PESO DEGLI ALTERNATIV­I In calo (-270mila) i clienti dei 4 operatori tradiziona­li mentre crescono (+700mila) gli utenti dei «virtuali» guidati da Poste Mobile

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