Il Sole 24 Ore

Ancora Cavendish, vittoria e screzi con Kittel. Oggi si torna in montagna

- Di Giorgio Squinzi

Volatona di gruppo con seguito di polemiche sul traguardo di Villars-lesDombes al termine di una tappa “piatta” sia dal punto di vista dell’altimetria sia dello spettacolo.

Ha vinto per la quarta volta in questo Tour de France Mark Cavendish raggiungen­do quota 30 nei successi di giornata, a sole quattro lunghezze dal grande campione belga Eddy Merckx. Si è ripetuto il duello con Marcel Kittel, questa volta nessuna stretta di mano ma qualche insulto tra i due.

A lamentarsi è il tedesco per il comportame­nto tenuto da Cavendish che, rimasto alla sua ruota, lo ha superato con il risultato che Kittel ha perso la pedalata e ha dovuto accontenta­rsi del 5° posto. Proteste dello sconfitto che ha accusato l’inglese di avergli tagliato la strada: la giuria, però, ha confermato il verdetto della strada giudicando “non scorretta” la manovra. Alexander Kristoff e Peter Sagan si sono piazzati alle spalle del vincitore.

La giornata è vissuta sulle emozioni della fase finale della corsa con Cavendish lanciato a una velocità di 66,3 chilometri all’ora alla conquista di un altro successo. Onore al corridore inglese che nessuno si aspettava così forte; sembra tornato alle sue migliori stagioni.

Ho un ricordo personale sui plurivinci­tori di tappa in un grande Giro, tutti ciclisti di altissimo livello. Mi ritorna in mente il Tour del 1997 quando Tom Steels della nostra squadra Mapei aveva dominato le volate centrando 4 vittorie di tappa.

Anche la giornata di ieri è stata disturbata da un forte vento contrario basti dire che la prima ora è stata coperta ad una media di 30,4 chilometri all’ora. Ritmo lento a cui ha certamente contribuit­o l’ostilità del vento ma può essere pure un segnale della stanchezza che comincia ad accumulars­i sulle gambe dei corridori.

Dopo il percorso tranquillo di ieri, oggi ritornano le montagne con la tappa da Bourg-en-Bresse a Culoz di 160 chilometri e 4mila metri di dislivello distribuit­i tra sei gran premi della montagna. Il più duro è il Gran Colombier (pendenza media del 6,8% con punte del 10,3 per cento). È un terreno adatto per attaccare il Team Sky che sta controllan­do la corsa, ma non credo che sia facile mettere in discussion­e la superiorit­à di Chris Froome e dei suoi compagni di squadra.

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