Giallo salentino
Si comincia con il ritrovamento di un cadavere, come in ogni giallo che si rispetti, e sulle circostanze del decesso è chiamato a indagare il commissario Oronzo Mazzotta. Oronzo, sì, perché siamo in Puglia, e precisamente a Lecce. Non a caso, con un gioco di parole, il romanzo di Peter Genito si intitola Lecce Homo. Mazzotta è stato per molti anni lontano da casa e ora è riuscito a ottenere un trasferimento nella città natale grazie a un ricongiungimento con l’anziana madre. Ma l’ambiente provinciale gli sta stretto: cinico com’è diventato nel corso del tempo, ora aspetta soltanto la sospirata pensione. Fumatore incallito, si diletta a comporre versi erotici in dialetto salentino. È determinato e imparziale, e per far luce sui casi che si trova a trattare non guarda in faccia a nessuno.
E così Mazzotta si mette a indagare. Ma una telefonata del procuratore sembra chiedergli di bloccare le indagini. C’è del marcio in Danimarca, ma anche in Salento. Il racconto delle indagini di Mazzotta si i ntreccia con quello delle vicende di due fratelli, Martino e Alessandro. Martino si laurea in Piscologia, inizia una brillante carriera accademica all’Università di Milano, sposa Alda da cui ha una bambina. Alessandro si laurea in Lettere e si impiega come archivista a Lecce. Ma un incidente stradale priva Martino di moglie e figlia, lasciandolo paralizzato su una sedia a rotelle. Proprio a Lecce i due fratelli si reincontrano, decisi a riannodare i fili di un rapporto rimasto per lungo tempo interrotto, ma le cose non sono così semplici come appaiono. Alessandro nutre nei confronti di Martino sentimenti negativi di invidia e rivalsa. Peter Genito - alla prima prova nella narrativa di genere dopo essersi cimentato, con i suoi libri precedenti, nella poesia e nei racconti - ha scritto un romanzo all’incrocio tra giallo classico, thriller psicologico, romanzo ge- nerazionale e di formazione. Ne è uscita un’opera che se riscatta la banalità e la prevedibilità di certi meccanismi giallistici attraverso l’inserimento di altri motivi e filoni tematici, non appare completamente amalgamata nelle sue diverse componenti, ingenerando nel lettore un senso di smarrimento in merito a dove il libro voglia andare a parare. A meno di volerla leggere in chiave sperimentale, ma allora l’operazione avrebbe potuto essere più opportunamente condotta in maniera più trasgressiva rispetto alle strutture narrative tradizionali.