Il Sole 24 Ore

Un maestro, letteralme­nte, di tensione P

- di Chiara Pasetti Pierre Lemaitre, Tre giorni e una vita, traduzione di Stefania Ricciardi, Mondadori, Milano, pagg. 226, euro 18.

ossono tre giorni cambiare, determinar­e, sconvolger­e tutta una vita? È ciò che, a partire dal titolo, vuole raccontare Pierre Lemaitre nel suo ultimo, intenso, bellissimo romanzo. Vincitore del Goncourt nel 2013 con Au-revoir là

haut, lo scrittore francese classe 1951 ha ormai abituato il lettore a storie e atmosfere cupe, che oscillano tra il romanzo nero e il giallo; con Trois jours et une vie si conferma le

maître di tensione e abilità nel dipingere scenari e situazioni degne di un film di Chabrol. La storia è ambientata nella cittadina francese di Beauval nel Natale del 1999, e si concluderà sedici anni dopo con un finale inaspettat­o e sorprenden­te. Fin dalle prime pagine il narratore onniscient­e ci fa conoscere il dramma e il colpevole; che ne sarà di Antoine, il ragazzino che a soli dodici anni si trova improvvisa­mente, e involontar­iamente, a commettere un omicidio? Come farà a celare la verità, e soprattutt­o qual è la scelta migliore, nascondere o confessare? Come un eroe romantico il protagonis­ta è in perfetta sintonia con gli elementi naturali: mentre dentro di lui si sta svolgendo una tragedia due eventi devastanti si preparano al di fuori. Un’atroce fatalità individual­e e familiare si trasforma in poche ore in catastrofe collettiva: uno dopo l’altro due uragani si abbattono sulle regioni francesi dell’ovest, gettando il paese di Beauval in uno stato di choc profondo. Come evocato nelle foto di copertina, immagini che ricordano certi noirs di Odilon Redon, il bosco è l’altro, potentissi­mo, allucinato­rio e allucinant­e protagonis­ta del libro. Un bosco che attrae, osserva, inganna, giudica, nasconde, subisce, e frana senza argini, riuscendo tuttavia a proteggere il segreto terribile che solo il bosco stesso e Antoine conoscono. E che nell’inedito finale dovranno disseppell­ire, insieme a un indizio inequivoca­bile dell’assassino, la cui antica colpa resterà ancora un volta custodita nel nero di quel bosco; una colpa che un’intera vita, decisa in soli tre giorni, non basterà a lenire. Incontrast­ati, sulla vicenda dominano Ananke e Chronos, incorrutti­bili e invincibil­i padroni della vita di tutti, di cui il dramma di Antoine pare una scheggia terrifican­te e onirica e proprio per questo così possibile, così vera.

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