Un maestro, letteralmente, di tensione P
ossono tre giorni cambiare, determinare, sconvolgere tutta una vita? È ciò che, a partire dal titolo, vuole raccontare Pierre Lemaitre nel suo ultimo, intenso, bellissimo romanzo. Vincitore del Goncourt nel 2013 con Au-revoir là
haut, lo scrittore francese classe 1951 ha ormai abituato il lettore a storie e atmosfere cupe, che oscillano tra il romanzo nero e il giallo; con Trois jours et une vie si conferma le
maître di tensione e abilità nel dipingere scenari e situazioni degne di un film di Chabrol. La storia è ambientata nella cittadina francese di Beauval nel Natale del 1999, e si concluderà sedici anni dopo con un finale inaspettato e sorprendente. Fin dalle prime pagine il narratore onnisciente ci fa conoscere il dramma e il colpevole; che ne sarà di Antoine, il ragazzino che a soli dodici anni si trova improvvisamente, e involontariamente, a commettere un omicidio? Come farà a celare la verità, e soprattutto qual è la scelta migliore, nascondere o confessare? Come un eroe romantico il protagonista è in perfetta sintonia con gli elementi naturali: mentre dentro di lui si sta svolgendo una tragedia due eventi devastanti si preparano al di fuori. Un’atroce fatalità individuale e familiare si trasforma in poche ore in catastrofe collettiva: uno dopo l’altro due uragani si abbattono sulle regioni francesi dell’ovest, gettando il paese di Beauval in uno stato di choc profondo. Come evocato nelle foto di copertina, immagini che ricordano certi noirs di Odilon Redon, il bosco è l’altro, potentissimo, allucinatorio e allucinante protagonista del libro. Un bosco che attrae, osserva, inganna, giudica, nasconde, subisce, e frana senza argini, riuscendo tuttavia a proteggere il segreto terribile che solo il bosco stesso e Antoine conoscono. E che nell’inedito finale dovranno disseppellire, insieme a un indizio inequivocabile dell’assassino, la cui antica colpa resterà ancora un volta custodita nel nero di quel bosco; una colpa che un’intera vita, decisa in soli tre giorni, non basterà a lenire. Incontrastati, sulla vicenda dominano Ananke e Chronos, incorruttibili e invincibili padroni della vita di tutti, di cui il dramma di Antoine pare una scheggia terrificante e onirica e proprio per questo così possibile, così vera.