Faber, il moralista anarchico
sto domande e ha posto domande alla società, senza accontentarsi di risposte ovvie e banalmente rassicuranti. La lettura è affascinante, soprattutto perché mostra un uomo in movimento, ancorato ai propri ideali («Continuo a coltivare gli stessi ideali che avevo a diciotto anni, le stesse speranze di egalitarismo e di giustizia») e nello stesso tempo disposto a mettersi in discussione, a recepire il nuovo, a farsi cambiare dagli incontri, a mutare idee con il susseguirsi delle esperienze («Sono sempre aperto a qualsiasi tipo di collaborazione. Considero il collaborare un fenomeno evolutivo»).
I testi, conservati nel Centro Studi De André dell’Università di Siena, sono il frutto di una selezione operata da Dori Ghezzi e dagli amici della Fondazione De André Onlus. Accanto a osservazioni distese si trovano aforismi lapidari ( « Il necessario e il superfluo: inferno e paradiso»; «Credo che Omero tifasse segretamente per i troiani » ; « Il più grande testo d’amore che io abbia mai letto è il Vangelo » ; « È più facile seppellire che dimenticare»). Ci sono note impressionistiche che ricordano Joseph Joubert e l’ammirato Gesualdo Bufalino ( « Stupito di fronte all’invalidità permanente di un frassino piegato in due dalla neve...»), numerose poesie e taglienti epigrammi ( « Tanto va il ministro al lardo / che si frega il suo miliardo. / Viva viva i gattopardi / che si fregano i miliardi » ; « Voi non avete fermato il vento / gli avete fatto perdere tempo » ) .
Le considerazioni toccano i temi cari a De André. Sono naturalmente in primo piano le canzoni, con notizie sulla loro composizione e indicazioni di preferenze personali ( « Il testamento di Tito, assieme all’Amico fragile, è la mia migliore canzone. Dà un’idea di come potrebbero cambiare le leggi se fossero scritte da chi il potere non ce l’ha. È un’altra delle canzoni scritte con il cuore, senza paura di apparire retorico, e riesco a continuare a cantarla, ancora oggi, senza stanchezza»). Parecchi i commenti sul valore delle canzoni, che «servono a formare una coscienza», sono «un ultimo grido di libertà» e talvolta « un piccolo miracolo » , una tenace inchiesta sul «mistero» della vita. Diversi i ritratti di amici e colleghi, tra cui
De André Alla Tonnara Su Pranu, a Portoscuso, dal 21 al 24 luglio si terrà la X edizione del festival «Parole Sotto la Torre». Tra gli ospiti il vincitore del premio Strega di quest’anno, Edoardo Albinati, autore di La scuola cattolica (Rizzoli) Tonnara Su Pranu a Portoscuso (giovedì 21 alle 22.30) , Marco Balzano, Francesco Recami, Gianni Biondillo, Cristian Mannu, Samuel Bjørk, Gesuino Némus (parolesottolatorre.it)