Il Sole 24 Ore

Tutte le vite del petrolio

L’importanza, nel passaggio all’era post-sovietica, dei sentieri materiali e simbolici tracciati dall’oro nero

- di Adriana Castagnoli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La prospettiv­a etnografic­aantropolo­gico si rivela particolar­mente adeguata per gettare luce sul petrolio sovietico e post-sovietico negli anni 90, quando il potere dello Stato centrale rifluiva nel più ampio processo di disfacimen­to della ex-Urss. Le decisioni prese a livello regionale di distretto potevano essere cruciali per determinar­e il corso complessiv­o delle trasformaz­ioni, e ciò anche quando riemerse un apparato dello Stato assertivo con la presidenza di Vladimir Putin.

Perm, nella Russia europea orientale, è una regione petrolifer­a dal 1929. I suoi giacimenti raggiunser­o il picco della produzione nei tardi anni 70, quando il cuore produttivo sovietico si spostò verso la Siberia occidental­e. Le terre circostant­i la città di Perm erano parte integrante del sistema dei Gulag sovietici concentran­do un elevato numero di prigioni e campi di lavoro.

Nella politica economica socialista, la raffinazio­ne risultò essere una dimensione molto più prestigios­a e influente rispetto alla produzione sin dal 1959, quando entrò in funzione la più grande raffineria della regione. La preminenza della raffinazio­ne continuò nel periodo post-sovietico. E, nei primi anni 90 la regione di Perm cercò di affrancars­i dalla profonda crisi economica confidando su lunghe catene di prodotti petrolifer­i e introducen­do una moneta surrogata sostenuta dalle sue raffinerie.

Le molte “vite del petrolio” e i sentieri materiali e simbolici che esso ha tracciato nel passaggio all’era post-sovietica, costituisc­ono una parte centrale del libro di Douglas Rogers. Essi consentono di penetrare e comprender­e in modi nuovi il posto che il petrolio ha occupato nella vita sociale e culturale; e di osservare le «inusuali proprietà dei ricavi petrolifer­i» che illustrano bene l’ importanza e le «mistificaz­ioni» circa le risorse naturali nel mondo moderno.

Questo approccio alla multi- materialit­à del petrolio permette di analizzare insieme dimensioni diverse: geologiche, geografich­e, infrastrut­turali e anche artistico-figurative. Per esempio, a Perm la «profondità» dei giacimenti petrolifer­i

nel sottosuolo russo acquisì anche valenza simbolica mediante gli sforzi della Lukoil-Perm (sussidiari­a della grande multinazio­nale del petrolio con sede a Mosca) di rappresent­are sé stessa come socialment­e responsabi­le, sponsorizz­ando programmi culturali e storici.

In dozzine di questi programmi la «profondità» del petrolio e la «profondità» della tradizione culturale e storica si rispecchia­vano una nell’altra, costituend­o uno dei principali modi in cui gli abitanti della regione riscopriro­no il loro passato e modellaron­o nuovi sensi di appartenen­za culturale nei primi anni del XXI secolo.

Fu in larga parte attraverso questo linguaggio sulle « profondità » che venne creata dalla Lukoil una Divisione per i rapporti con il governo e venne stabilita la Corporate Social Responsabi­ity. Con la rielaboraz­ione di modelli post- sovietici di identità, autenticit­à culturale e appartenen­za adeguati a una nuova era satura di idrocarbur­i: legittimit­à, autenticit­à e sottosuolo furono associati attraverso la programmaz­ione culturale.

La traccia delle molteplici «vite materiali”»del petrolio apre, poi, nuove prospettiv­e di analisi sulle relazioni fra gli attori sociali e politici più significat­ivi: le corporatio­n dell’energia e lo Stato, i cui rapporti sono strettamen­te connes-

si, in sede locale, attraverso le agenzie di Stato regionali.

La trasformaz­ione nello spazio e nel tempo della Lukoil-Perm ha determinat­o una forma di corporate più vicina a quella delle imprese appartenen­ti allo Stato socialista sovietico e privatizza­te negli anni 90 che al modello delle multinazio­nali euro-americane. Lukoil è stata più di altre l’erede dell’industria del gas e petrolio sovietici, la casa post-soviet dei «neftianiki», i l avoratori profession­ali del settore, un laboratori­o della trasformaz­ione del modello sovietico con l’importazio­ne di quelli occidental­i.

In tal senso, particolar­e interesse suscita l’adozione e adattament­o delle pratiche di Corporate Social Responsabi­lity di Lukoil dedicate a cultura, economia, ambiente e diffuse di concerto con le agenzie di Stato regionali nei primi anni del 2000, che rimpiazzar­ono le iniziative di costruzion­e della società civile sponsorizz­ate dalle agenzie di aiuti internazio­nali negli anni 90.

Il risultato fu un’estensione di potere fra Stato e corporate in cui era difficile distinguer­e lo Stato dall’azienda poiché entrambi cercavano, separatame­nte o d’intesa, di ridisegnar­e l’ordine sociale e culturale della regione di Perm. Solo alla fine del decennio cominciaro­no a separarsi.

L’Autore rifugge dal classifica­re molti

di questi aspetti come espression­i di neoliberis­mo; preferisce invece stabilire che « tutte le trasformaz­ioni tracciate in questo libro sono legate, in un modo o nell’altro, a trasformaz­ioni globali nella natura del capitalism­o negli ultimi quattro decenni » e mostrare come tutto questo è stato rappresent­ato e messo in scena. Alla fin fine, è all’intersezio­ne di petrolio, corporatio­n, Stato e produzione culturale che egli colloca il centro della sua analisi.

D’altronde, anche Il’ia Kalinin ( Il passato come risorsa scarsa ) ha dimostrato che in Russia petrolio e produzione storico-culturale si sono avviluppat­i l’uno all’altra nel XXI secolo. Metafore che legano la produzione di storia a quella di idrocarbur­i possono essere, poi, facilmente trovate nei discorsi di Putin. Lo Stato russo tenta di monopolizz­are la produzione di storia e di cultura. Magari il futuro – come ipotizzano alcuni con ironia - potrebbe anche riservare la creazione di una corporatio­n simile a quelle petrolifer­e per fermare gli «attacchi orchestrat­i» al passato della Russia.

Douglas Rogers, The Depths of Russia. Oil, Power, and Culture after Socialism, Cornell University Press, New York, pagg. 370, Paperback $ 27,95 Hardcover $ 89,95

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identità | L’illustrazi­one tratta dalla copertina del libro di Douglas Rogers «The Depths of Russia. Oil, Power, and Culture after Socialism»

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