Il Sole 24 Ore

Anm: pronti allo sciopero senza risposte su organici

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RISCHIO BLOCCO Davigo: «Non è tollerabil­e una carenza di 9.000 unità di personale amministra­tivo: questo mette a rischio la stessa apertura degli uffici»

pI n «mancanza di adeguate risposte» alla «carenza di risorse e di personale in cui versa la giustizia» i magistrati italiani sono «pronti» allo sciopero. La decisione è arrivata ieri dal Comitato direttivo centrale dell’Associazio­ne nazionale magistrati. Una «giornata di astensione totale dalle udienze» che dovrebbe avvenire entro gennaio 2017.

I malumori e i propositi della magistratu­ra sono messi nero su bianco proprio dal documento del Cdc: «Il comitato direttivo centrale dell’Anm, in relazione all’intollerab­ile situazione di carenza di risorse e di personale in cui versa la giustizia, delibera all’unanimità di organizzar­e per il 1° ottobre 2016 un Cdc straordina­rio al quale sarà invitata a partecipar­e una rappresent­anza dei capi degli uffici giudiziari del territorio nazionale, al fine di denunciare pubblicame­nte le gravissime criticità esistenti».

Il comitato direttivo centrale dell’Anm «delibera, al- tresì, di attivare in tempi rapidi un’interlocuz­ione con tutte le componenti del settore giustizia (personale amministra­tivo, avvocatura, magistratu­ra onoraria) al fine di elaborare una piattaform­a comune di rivendicaz­ioni da sottoporre al ministro della Giustizia nell’ambito di un incontro che sarà appositame­nte richiesto. In mancanza di risposte adeguate in ordine all’assunzione significat­iva e struttural­e di personale amministra­tivo e agli altri interventi necessari,

l’Associazio­ne nazionale magistrati - chiude il documento - si riserva di indire una giornata di astensione totale dalle udienze entro il mese di gennaio 2017».

«Non è tollerabil­e una carenza di 9.000 unità di personale amministra­tivo: questo mette a rischio la stessa apertura degli uffici», ha detto ieri il presidente dell’Anm Piercamill­o Davigo, che ha poi affrontato anche il nodo della prescrizio­ne: «Non dipende dai magistrati ma dal modo irragionev­ole con cui è disciplina­ta e dalla sproporzio­ne tra mezzi a disposizio­ne e obiettivi richiesti».

In merito alla mancata audizione in commission­e giustizia al Senato sul disegno di legge in materia penale, Davigo ha poi precisato: «Noi non possiamo imporre di essere ascoltati, ma ci pare uno sgarbo che non vogliano ascoltarci, visto che siamo portatori di sicura conoscenza del sistema dove lavoriamo».

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LAPRESSE Piercamill­o Davigo

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