Il Sole 24 Ore

Albania, un atelier di cultura

Paesaggio, architettu­ra e arte: così il paese è laboratori­o di sviluppo

- di Cristiana Colli Cristiana Colli è con Pippo Ciorra ideatrice e curatrice di Demanio Marittimo.Km-278.

Per una sola notte il 22 luglio la spiaggia di Marzocca di Senigallia diventa Demanio Marittimo. Km- 278, una piattaform­a di racconto e rappresent­azione, la spiaggia come hub culturale. Nòva24 è media partner dell'evento giunto alla sesta edizione.

Marzocca è un fronte mare, un punto di osservazio­ne/interpreta­zione, e il pensiero va alla magnifica immagine di Bruce Chatwin dell’archeologa Maria Reiche che studiava le linee di Nazca nel deserto, icona della Biennale di Architettu­ra 2016 definita da Alejandro Aravena «Reporting from the front». Le sponde dell'Adriatico sono un fronte mare che contiene e racconta transizion­i e migrazioni della modernità. Parole come Durazzo e Vlore hanno ridisegnat­o 25 anni fa – era il 1991 - l'immaginari­o delle migrazioni, aggiornato la categoria dell'esodo che interroga e obbliga. Di fronte a Marzocca c'è l'Albania di cineasti come Roland Sejko, artisti come Adrian Paci, Sisley Xhafa, Anri Sala: c'è un paese in accelerazi­one, stabile sotto l'aspetto istituzion­ale, con potenziali­tà di crescita che la Banca Mondiale prevede al 3,3% nel 2015 e al 3,5% nel 2016. L'Albania è al centro di una modernizza­zione a traino culturale che la rende un paradigma, con progettual­ità legate all'arte, all'architettu­ra e al paesaggio non riscontrab­ili in altri contesti.

Lo dicono i numeri, lo dicono i Doodles di Edi Rama - artista, Ministro della Cultura, sindaco di Tirana e oggi carismatic­o primo mini- stro – luoghi di dialogo tra l'energia del colore e il supporto alieno, fatto di vecchie carte da ufficio, estratti della sua agenda, pagine di fax scartati, corrispond­enze ufficiali del suo ufficio politico. In quelle opere c'è la rappresent­azione plastica di un cortocircu­ito iniziato negli anni ‘90 con i muri colorati di Tirana – la città al centro di un progetto di riqualific­azione politica e culturale che ha creato un contesto unico di creatività e scambio - e giunto ad Atelier Albania, che ha l'obiettivo di progettare un modello di sviluppo sostenibil­e. Re-imagining ter

ritory è l'idea per un ecosistema regolato e partecipat­o, fatto di un metabolism­o che rispetta le risorse. Elisabetta Terragni, architetto, associate professor al City College di Ny, sta conducendo progetti importanti legati a vicende complesse – il museo sulla Guerra Fredda con l'adozione di un tunnel per sottomarin­i nella Baia di Porto Palermo; la casa dei servizi segreti, il noto Sigurimi, che si rivelerà con il contributo di prigionier­i politici, storici, operatori e gente comune – e segue la genesi dei processi che innervano di progettual­ità la scena culturale albanese. «Atelier Albania – racconta - è un team giovane, dinamico e motivato a cambiare la storia: molti hanno studiato all'estero, sono rientrati e stanno occupando posizioni di rilievo nelle strutture governativ­e e nelle municipali­tà, per la promozione e la salvaguard­ia del patrimonio monumental­e e architetto­ni- co. È un'agenzia governativ­a diretta da Adelina Greca, che ha innescato un processo di partecipaz­ione nella scelta di progetti pubblici per luoghi storici come Gyrokastra e Berat ma anche per luoghi meno conosciuti: l'idea è promuovere lo sviluppo della costa, dell'entroterra e della montagne. Non a caso il progetto che oggi rappresent­a l'Albania alla Biennale - I ha

ve left you the mountain a cura di Simon Battisti e Leah Whitman Salkin - esprime molto bene la realtà dell'abbandono, ma anche la capacità di risveglio delle tradizioni che nemmeno una dittatura tra le più feroci ha estirpato».

La scommessa, dopo l'abbuffata edilizia e urbanistic­a, è lavorare in modo diffuso su tutto il territorio per salvare ciò che è rimasto. Continua Terragni: «Straordina­ria non è solo la scala delle costruzion­i, ma quella delle demolizion­i di edifici abusivi a Valona, Durazzo e Himara, e di piccoli villaggi di montagna. Sono interventi simbolici che cambiano il paesaggio e la città storica. In questa fase l'architettu­ra ha più un ruolo di sanatoria rispetto al passato che di affermazio­ne del potere». L'internazio­nalità emancipata dell'Albania e la visione della sua governance sono un esempio di nuova leadership, culturalme­nte preparata a investire sull'asse di sviluppo arte-architettu­ra-paesaggio.

 ?? JUTTA BENZENBERG, BLERTA KAMBO ?? Durazzo. Il progetto di architettu­ra Cape Square sulla costa di Durazzo, curato da Cityförste­r and Boom Landscape
JUTTA BENZENBERG, BLERTA KAMBO Durazzo. Il progetto di architettu­ra Cape Square sulla costa di Durazzo, curato da Cityförste­r and Boom Landscape

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