Il Sole 24 Ore

CHE COSA ASPETTA IL LEADER DIGITALE

- di Luca De Biase

Aqualche mese dall’annuncio dell’incarico a Diego Piacentini, commissari­o per la modernizza­zione digitale italiana, si avvicina il momento in cui, dopo la metà di agosto, il manager lascerà Amazon per un periodo di aspettativ­a e verrà a Roma a fare il lavoro che ha offerto al suo paese. Ma nonostante i mesi che sono trascorsi, non è ancora stato comunicato il decreto di nomina, il sistema di deleghe e l’insieme delle risorse in base alle quali Piacentini potrà sviluppare il suo compito. Spesso in effetti, occorre che una attività diventi urgente perché venga portata a termine. Ma qui si tratta anche di un labirinto che non deve essere facile risolvere: Piacentini dovrà mettere in ordine le strategie e l’operativit­à di molte strutture, da quelle che si occupano delle sue materie e che esistono nei vari ministeri, all’Agid, alla Sogei, alla Consip. E tutto questo richiederà qualche leva non soltanto l’indubbia autorevole­zza del manager. Perché la governance della modernizza­zione digitale non dovrebbe costituire una difficoltà per Piacentini: il suo vero problema dovrebbe essere quello di cambiare architettu­ra al sistema digitale dello Stato, in modo che non sia più basato sulla digitalizz­azione dell’esistente ma sull’accelerazi­one del possibile. L’architettu­ra attuale è fondata sull’idea di trasformar­e i processi abituali in modo che si possano svolgere con il computer. L’architettu­ra del futuro dovrebbe essere basata sull’obiettivo di consentire un migliorame­nto sensibile della qualità del servizio pubblico per i cittadini senza aggravio di costi o possibilme­nte con qualche risparmio. E in modo tale da contribuir­e all’accelerazi­one del sistema dell’innovazion­e italiano, anche facendo ricorso a tecniche di forward looking procuremen­t . La speranza è che il labirinto della governance non sia più complesso della realtà che l’incarico ha l’obiettivo di migliorare.

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