Cannabis, l’apertura di Cantone innesca polemiche
Il presidente Anac: una legalizzazione intelligente evita il contatto dei ragazzi con la criminalità - Il ministro Costa: no alla statalizzazione dello spaccio
Il presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione, Raffaele Cantone, apre alla legalizzazione della cannabis: «Credo che una legalizzazione intelligente possa evitare che i ragazzi entrino in contatto con la criminalità». Molte le reazioni polemiche.
Sì alla «legalizzazione intelligente» della cannabis. L’apertura, di peso, è arrivata ieri da Raffaele Cantone. E la presa di posizione del presidente dell’Anac rompe subito la tregua estiva su un tema che aveva acceso il dibattito parlamentare a fine luglio.
«Fino a poco tempo fa ero assolutamente contrario all’idea della legalizzazione perché non mi convincevano gran parte degli argomenti, che servisse cioè per sconfiggere la criminalità organizzata, perché le droghe leggere sono una parte insignificante degli utili della criminalità organizzata, o che servisse per evitare una serie di problemi di salute dei ragazzi» dice Cantone che spiega di aver «cambiato un po’ posizione» pur rimanendo contro una legalizzazione totale. «Credo soprattutto che una legalizzazione intelligente pos- sa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioè entrare in contatto con ambienti della criminalità. Questo mi porta ad essere molto più laico». Parole che cadono nel mezzo di uno scontro politico che sembrava “congelato” fino a settembre e che aveva al centro la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis in discussione alla Camera che ha spaccato la stessa maggioranza di Governo. La Pdl “trasversale” firmata da 221 deputati (87 M5S, 85 Pd - con Roberto Giachetti primo firmatario - , 24 Si, 16 del gruppo Misto, 7 di Sc e 2 di Fi) è stata discussa direttamente dall’Aula di Montecitorio il 25 luglio - dopo che in commissione Giustizia erano stati presentati 1.700 emendamenti (gran parte di Ap) - e rinviata nuovamente in commissione che riprenderà l’esame del testo a settembre.
E se il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, promotore della proposta di legge intergruppo, su Facebook parla di parole «importanti» pronunciate dal presidente dell’Anticorruzione, a prendere posizione contro le dichiarazioni di Cantone è stato il ministro agli affari regionali con delega alla Famiglia, Enrico Costa (Ncd) - già schierato apertamente in passato insieme alla ministra Beatrice Lorenzin contro la liberalizzazione della cannabis - che ha invitato i magistrati a «non alzare bandiera bianca», perché «la statalizza- zione dello spaccio rappresenterebbe un messaggio di debolezza nei confronti della criminalità». Mentre il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, bolla Cantone come «irresponsabile» e «incompetente».
E lo scontro va oltre la politica. Di segno opposto a quella di Cantone la posizione di un altro magistrato, Nicola Gratteri: «Uno Stato democratico - ha sottolineato il procuratore capo di Catanzaro - non può permettersi il lusso di legalizzare ciò che provoca danni alla salute dei cittadini». Per Gratteri di questi temi «bisogna parlare con i dati e mai facendo un dibattito ideologico o dichiarazioni di principio. E i dati dicono che su 100 tossicodipendenti, 5 fanno uso di hashish e marijuana e solo il 25% di questi ultimi è maggiorenne, il resto è minorenne. Quindi affermare che legalizzare la cannabis aiuta a colpire la criminalità non è vero, perché i guadagni legati alle droghe leggere sono risibili rispetto al totale».
LO STOP DI GRATTERI Il procuratore di Catanzaro: uno stato democratico non può permettersi il lusso di legalizzare ciò che provoca danni alla salute dei cittadini