Il Sole 24 Ore

Bpm-Banco: il piano all’esame della Bce

Entro metà settembre l’ok della Vigilanza alla fusione, a ottobre le assemblee

- Luca Davi

Se fosse una gara di resistenza, saremmo alla volata finale.Perché l’accoppiata Bpm e Banco Popolare è davvero in vista del traguardo. Tanto che il giudice di gara, la Bce, sembrerebb­e pronta a dare il responso definitivo. A quanto risulta al Sole 24Ore, i vertici del Single supervisor­y mechanism stanno esaminando il piano di fusione consegnato dalle banche nelle scorse settimane e dovrebbero dare entro metà settembre l’ok conclusivo alla fusione tra i due gruppi bancari. Che, a quel punto, avrebbero un solo ostacolo finale prima dell’aggregazio­ne, ovvero le assemblee dei soci, da tenersi nella seconda metà di ottobre.

Ma andiamo per ordine. A fine luglio il board della banca lombarda ha definito i nomi del Cda della futura Bpm Spa, la banca rete che avrà, post fusione e per i successivi tre anni, il controllo dell’attuale rete di 654 filiali su cui opera Bpm. Alla presidenza - come noto - è stato indicato Umberto Ambrosoli al posto di Nicola Rossi, che nel frattempo ha deciso di fare un passo indietro. La nuova designazio­ne (assieme a quella degli altri 4 consiglier­i, due per Bpm e due per il Banco) è stata comunicata in Bce.

La designazio­ne di Ambrosoli alla presidenza è diventata così parte integrante del piano di fusione che nel frattempo era stato inviato a Francofort­e. A questo punto, dunque, si attende solo il disco verde dell’Ssm. Il rilascio delle autorizzaz­ioni all’operazione di fusione da parte della Autorità di Vigilanza, di per sé scontato visto anche l’informale avallo dato a maggio scorso, è un passaggio decisivo. Bce vuole che tutti i “crismi” siano rispettati in quella che si prospetta come la prima fusione tra due banche a partire dall’avvio della Vigilanza unica europea, datata novembre 2014, oltre che la prima (e per ora l’unica) dal varo della riforma Renzi-Padoan sulle Popolari. Da qua, dunque, nasce l’attenzione degli ispettori, peraltro condivisa dalle stesse banche.

Se la tempistica sarà confermata, agli istituti non rimarrà che convocare le assemblee straordina­rie, le ultime da tenere con il voto capitario, cui toccherà approvare la fusione e la contestual­e trasformaz­ione in Spa, oltre allo statuto della nuova capogruppo. L’attesa è che gli appuntamen­ti assemblear­i si tengano nella seconda metà di ottobre. Prima di allora ci sarà tempo per un road show sui territori da parte dei vertici bancari.

L’attesa per Bpm

In vista delle assemblee - le ultime che si terranno con il voto capitario - si guarda soprattutt­o in casa Bpm, dove i soci pensionati si sono posti in maniera critica rispetto alla fusione. I colpi di scena sono improbabil­i, visto il largo supporto all’operazione garantito dai sindacati e dai soci non dipendenti. Ma è anche vero che le frange più riottose dei pensionati rimangono sul piede di guerra. Fuori discussion­e, appare certo, è la possibile revisione del concambio. Possibile, invece, che a ridosso dell’assemblea i contatti con la banca si infoltisca­no, quanto meno per verificare i punti di convergenz­a. Qualora tutto fili liscio, come annunciato nei giorni scorsi dall’a.d. di Bpm, Giuseppe Castagna, la fu- sione con il gruppo guidato da Pierfrance­sco Saviotti, avrà effetto dal primo gennaio 2017.

Le mosse su Aletti e Anima

Nel frattempo i cantieri in vista dell’aggregazio­ne procedono da programma. Dopo lo stop estivo, a fine agosto riprendera­nno a pieno ritmo i lavori dei team congiunti dei due istituti. Dopo la lunga fase “diagnostic­a” conclusa a inizio agosto, in cui sono stati analizzati i diversi modelli organizzat­ivi e operativi, nelle prossime settimane scatterà l’analisi comparata. Per ogni divisione verranno analizzate le best practices e scelto il modello operativo che verrà adottato dalla futura combined entity, che potrà essere quello seguito fino ad oggi da Bpm, dal Banco o un modello terzo scelto ad hoc.

Entro dicembre ci sarà da alzare il velo poi su alcune scelte strategich­e di rilievo. Tra i capitoli più interessan­ti c’è il fronte del risparmio gestito, dove le due banche sono presenti con Anima (Bpm) e Aletti Gestielle (Banco). In questo senso il mercato ha sempre ragionato nell’ottica di un possibile accorparme­nto tra le due fabbrichep­rodotto. Possibile invece, a quanto risulta al Sole, che le due società vengano mantenute distinte, anche in ottica Mifid 2, che si prospetta sempre più stringente. Secondo il disegno, ad Anima sarebbe affidato un ruolo più strategico mentre ad Aletti Gestielle verrebbe assegnata maggiormen­te una funzione di distribuzi­one al mass market. Le decisioni definitive verranno prese a valle di un dialogo con le stesse Sgr, e comunque entro fine anno, così da partire a inizio anno e con le reti organizzat­e per il cambio di regime.

Cambio in vista anche per il segmento private: i portafogli di Bpm, Banca Akros e Banco Popolare saranno interament­e convogliat­i in Banca Aletti, che diventerà una private bank dedicata. Confermata invece la volontà di far diventare Banca Akros l’unica corporate e investment bank del gruppo, con una divisione dedicata alle mid-cap.

Infine, se è vero che eventuali scelte strategich­e sulla bancassura­nce sono rimandate al 2017, è anche vero che si attende un riassetto sulle divisioni interne. Il futuro gruppo Bpm-Banco, in cui Giuseppe Castagna rivestirà il ruolo di Ceo mentre Maurizio Faroni avrà il ruolo di direttore generale, dovrebbe puntare su una netta divisione tra il mercato retail e il corporate, che avrà un taglio minimo fissato a 50-100 milioni di euro, sulla base dello schema oggi adottato daa BpBpm.

IL RISPARMIO Anima e Gestielle resteranno due società separate, Akros sarà la corporate bank del gruppo, ad Aletti la gestione del private

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 ??  ?? I due timonieri. L’ad di Bpm Giuseppe Castagna (a sinistra) con l’ad del Banco Pierfrance­sco Saviotti
I due timonieri. L’ad di Bpm Giuseppe Castagna (a sinistra) con l’ad del Banco Pierfrance­sco Saviotti
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