Il petrolio scatta e spinge le Borse
Il Brent torna a 51 dollari - Piazza Affari recupera lo 0,88% - Realizzi sulle banche europee e italiane
I DATI MACRO USA Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono scese più del previsto confermandosi sotto le 300mila unità per la 76esima settimana di fila
Le Borse europee ritrovano la via dei rialzi dopo due sedute in rosso. A mettersi in evidenza in tutto il Vecchio Continente è stato il settore energetico (+1,55% il sottoindice del comparto) grazie a un petrolio salito ai massimi da inizio luglio. Il future settembre sul Wti ha guadagnato poco meno del 3% oltre i 48 dollari al barile, mentre la consegna ottobre sul Brent si è apprezzata di circa due punti percentuali rompendo la soglia dei 50 dollari per la prima volta dal 7 luglio e avvicinando i 51 dollari al barile. Per il greggio si può ormai parlare tecnicamente di “bull market”, dato che i corsi sono risaliti di oltre il 20% rispetto ai minimi di inizio agosto. A sostenere il barile è stata in primo luogo la netta contrazione, annunciata mercoledì, delle riserve statunitensi, ma l'attenzione degli investitori è tutta sulle mosse dei paesi produttori, dall'Opec alla Russia, che a fine settembre potrebbero raggiungere un accordo per congelare la produzione ai livelli attuali. Tornando alle Borse, in Europa ieri la maglia rosa di giornata è andata a Milano, che grazie a un allungo sul finale ha chiuso sui massimi di seduta guadagnando lo 0,88% sul Ftse Mib e lo 0,82% sull'All Share. In rialzo dello 0,62% Francoforte, dello 0,44% Parigi e dello 0,74% Madrid, mentre Londra non è andata oltre un +0,14 per cento. Poco mossa invece Wall Street, che continua a essere ingessata dall'incertezza sulle future decisioni della Fed dopo che mercoledì la pubblicazione dei verbali della riunione di fine luglio ha restituito l'immagine di una banca centrale divisa in tema di tassi e decisa ad attendere nuove indicazioni sul fronte macroeconomico prima di agire. Indicazioni che ieri sono state positive: i dati hanno mostrato che nell'ultima settimana le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono scese più del previsto confermandosi sotto le 300mila unità per la 76esima settimana di fila, la miglior sequenza temporale dal 1970. Alla Borsa newyorchese, comunque, a un'ora dalla chiusura delle contrattazioni il Dow Jones segnava -0,08% e l'S&P500 +0,05 per cento. Per quanto riguarda Piazza Affari, a mettersi in evidenza tre le blue chip è stata in primo luogo Mediaset, balzata del 4,94% grazie alla prospettiva, riportata dal Sole 24 Ore, che i francesi di Vivendi possano presentare a breve una nuova proposta per risolvere il nodo della pay-tv Premium. Ancora deboli invece le banche, che dopo un tentativo di rimbalzo in avvio sono tornate a frenare: Mps ha perso un altro 2% in attesa della messa a punto del piano industriale di rilancio delle banca e nel giorno in cui è emerso che la Procura di Siena ha aperto un fascicolo nei confronti dell'amministratore delegato Fabrizio Viola e dell'ex presidente Alessandro Profumo. L'ipotesi di reato è falso in bilancio, ma per ambienti vicini all'istituto si tratta semplicemente di « un atto dovuto» a seguito di un esposto presentato da un azionista. Sul mercato dei cambi, il dollaro ha confermato la debolezza innescata dalla pubblicazione dei verbali del vertice Fed, che non hanno di fatto dissipato i dubbi sui tempi del prossimo rialzo dei tassi. L'euro si è mantenuto sopra quota 1,13 dollari toccando un massimo a 1,1340 (1,1287 la chiusura di mercoledì) e il biglietto verde si è indebolito anche nei confronti dello yen, a 99,90 da 100,28. Forte invece la sterlina grazie al dato positivo sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito in luglio, che ha allontanato almeno temporaneamente i timori legati alla Brexit. La divisa britannica si è issata a 1,3138 dollari (1,3038) e a 0,8629 per un euro (0,8658). Acquisti, infine, sui titoli di Stato: il rendimento del BTp decennale è sceso all'1,08% dall'1,12% di mercoledì, tornando ad avvicinare il minimo storico di 1,05% toccato la scorsa settimana. Sostanzialmente stabile lo spread: il differenziale nei confronti del Bund tedesco di pari durata si è mantenuto in area 116 punti base.