Il Sole 24 Ore

Brexit non frena le vendite al dettaglio

Incremento maggiore del previsto nel pr imo mese dopo il referendum: +1,5% su base congiuntur­ale e +5,9% su base annua

- Nicol Degli Innocenti

Brexit non frena lo shopping: nonostante i timori di un crollo della fiducia dei consumator­i britannici dopo il referendum, le vendite al dettaglio sono aumentate dell’1,5% nel mese di luglio, ben oltre le previsioni degli economisti di un +0,2%, portando l’incremento su base annua al 5,9 per cento.

I dati resi noti ieri dall’Istituto nazionale di Statistica (Ons) sembrano puntare a un rilancio della fiducia dopo il voto a favore di lasciare l’Unione Europea, un’inversione di tendenza dato che in giugno le vendite avevano registrato un calo dello 0,9 per cento. Secondo l’Ons il clima estivo ha favorito gli acquisti, soprattutt­o di abbigliame­nto e calzature, mentre il calo della sterlina ha incoraggia­to le spese da parte di turisti stranieri, come dimostra il fatto che le vendite di gioielli e orologi sono aumentate del 16,6 per cento.

La sterlina ieri è tornata a salire sull’onda delle notizie positive sull’economia, guadagnand­o terreno sia sul dollaro che sull’euro. Mercoledì l’Ons aveva diffuso dati più favorevoli del previsto sull’occupazion­e, che ha raggiunto il massimo storico. Ora i dati sulle vendite sembrano dimostrare una ottimistic­a propension­e a spendere da parte dei consumator­i britannici, un segnale di fiducia pari a quella dimostrata dalle imprese nel continuare a creare posti di lavoro.

Alcuni economisti si domandano ora se la Banca d’Inghilterr­a non sia stata troppo frettolosa nel suo pessimismo sul futuro post Brexit. La BoE a inizio agosto ha tagliato i tassi al nuovo minimo storico dello 0,25% e ha annunciato un pacchetto di misure per sostenere l’economia e prevenire una recessione. «Il forte dato sulle vendite fa pensare che la Banca sia stata troppo rapida nell’intervenir­e tagliando i tassi e riavviando il quantitati­ve easing, dato che le vendite sono aumentate anche senza queste misure estreme, - ha detto Ana Thaker di PhillipCap­italUK. – In ogni caso il dato sarà un sollievo per la BoE che ha solo una cartuccia da sparare di un ulteriore taglio dello 0,25% dei tassi e che spera di non doverla usare a breve».

Secondo Kallum Pickering, economista di Berenberg Bank a Londra, la BoE ha visto giusto su una contrazion­e degli investimen­ti da parte delle imprese nei prossimi mesi, ma ha sottovalut­ato i consumator­i britannici: «Se la gente continua a spendere come noi prevediamo che faccia, la Gran Bretagna eviterà la recessione», ha detto.

La maggioranz­a degli economisti però ritiene che i dati di questi giorni, per quanto positivi, non riflettano ancora l’impatto di Brexit. Secondo loro il vero test per i consumator­i sarà nel 2017 quando il rallentame­nto dell’economia si sarà fatto sentire, molti lavoratori perderanno il posto e l’aumento dell’inflazione, che si prevede salga al 3% nel 2017, avrà eroso il loro potere d’acquisto.

Le previsioni del settore vendite al dettaglio sono di un calo già nel mese di agosto. Anche la Confindust­ria britannica si dichiara poco ottimista. «In futuro possiamo aspettarci un calo delle spese - ha detto Anna Leach, responsabi­le dell’analisi economica della Cbi. – L’indebolime­nto della sterlina farà aumentare il costo degli acquisti quotidiani e questo ridurrà il potere di acquisto dei consumator­i».

ANALISTI CAUTI La maggioranz­a degli economisti ritiene che i dati di questi giorni non riflettano ancora l’impatto del voto, che sarà misurabile solo nel 2017

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