Rajoy il 30 agosto in Parlamento
Il leader popolare chiederà la fiducia a un governo con Ciudadanos
Mariano Rajoy si presenterà in Parlamento il 30 agosto per chiedere la fiducia. Finalmente il leader dei Popolari, premier negli ultimi quattro anni, ha sciolto le riserve e tre settimane dopo aver accettato il mandato da re Felipe VI ha comunicato la data del “dibattito di investitura”.
Resta tutta da definire però la coalizione che dovrebbe sostenere il nuovo governo a guida popolare: Rajoy ha aperto una trattativa che potrebbe permettergli di sommare ai suoi 137 seggi i 32 di Ciudadanos. Ma dovrà tentare di convincere anche i Socialisti per arrivare alla maggioranza di 176 deputati sui 350 complessivi della Camera, l’unico ramo del Parlamento che secondo la Costituzione determina la fiducia a un esecutivo. Se non nella prima votazione (il 31 agosto), nella quale è necessaria la maggioranza assoluta, Rajoy punta a ottenere il via libera almeno nella seconda votazione (il 2 settembre), nella quale è sufficiente la maggioranza dei votanti. Anche in questo secondo caso tuttavia, un’alleanza tra Popolari e Ciudadanos avrebbe bisogno almeno dell’astensione dei Socialisti che possono contare su 85 deputati. Il socialista Pedro Sanchez ha riba- dito ieri che il suo partito non intende sostenere un governo guidato da Rajoy «in alcun modo», ma i Popolari sperano di poter convincere almeno la vecchia guardia socialista: Felipe Gonzales si è già dichiarato a favore di un governo di unità nazionale.
Ieri in mattinata Rajoy aveva incontrato Albert Rivera, il leader dei centristi di Ciudadanos, impegnandosi ad accettare il patto anticorruzione in sei punti, che lo stesso Rivera aveva posto come condizione per trattare con i popolari. «Abbiamo compiuto un passo che vorrei defini- re decisivo verso la formazione di un governo. La Spagna ha bisogno di un governo subito», aveva detto il premier incaricato al termine del vertice.
L’intesa Popolari-Ciudadanos è in effetti il primo spiraglio che si apre nell’impasse politica spagnola. E tuttavia, dopo due elezioni generali, a dicembre e a giugno, dopo nove mesi senza un governo in piene funzioni, dopo lunghi e inutili negoziati tra i partiti, la fiducia del Parlamento a Rajoy è ancora lontana. Mentre è concreto il rischio che la Spagna venga chiamata a votare per la terza volta in un anno: in caso di bocciatura per Rajoy, il dibattito parlamentare del 30 agosto farà comunque scattare il conto alla rovescia per i partiti, avranno da quel momento due mesi, quindi avranno tempo fino a fine ottobre, per trovare un accordo.
Pablo Iglesias, il leader del movimento Podemos che ha 45 seggi, ha fatto sapere di aver riallacciato il dialogo con i Socialisti per arrivare a un governo delle sinistre. Anche in questo caso, Sanchez, l’unico a poter determinare la nascita di un nuovo governo, ha negato ogni contatto. In attesa che Rajoy si presenti in Parlamento.