Il dossier Gela sul tavolo del Mise
Già impegnate risorse per 300 milioni di euro - Aperti 79 cantieri, di cui 42 conclusi SICILIA
L a mail è arrivata giusto qualche giorno fa. Fissa la data di convocazione, a Roma, al ministero per lo Sviluppo economico, del tavolo per la verifica dello stato di attuazione degli investimenti previsti dal protocollo firmato nel novembre del 2014 per la riqualificazione e lo sviluppo del polo energetico dell’area di Gela (Caltanissetta) da parte dell’Eni che ha pianificato un investimento complessivo di 2,2 miliardi. Per tutti (dai sindacati alla Regione siciliana, ai rappresentanti dell’Eni e del Comune di Gela), l’appuntamento è per il 15 settembre. Un incontro, questo, che arriva in un clima molto più sereno e positivo: sia i sindacati che in generale il territorio giudicano positivamente l’impegno dell’azienda e lo stato di avanzamento dei lavori.
Il clima, insomma, è sicuramente cambiato. I sindacati, che all’inizio dell’anno erano sulle barricate, oggi si pongono con spirito propositivo. I numeri forniti dall’azienda del resto puntano a dimostrare che un bel po’ di strada è stata fatta anche se il cammino, in una operazione così complessa, resta ancora lungo. Dalla firma dell’accordo l’Eni ha impegnato risorse per 300 milioni di cui circa 60 nei primi cinque mese di quest’anno; i cantieri aperti sono stati 79 di cui 42 già completati mentre 28 saranno aperti entro la fine dell’anno; nel 2015 sono state impiegate mediamente 1.062 per- sone dell’indotto, il 18% in più rispetto alle 900 unità previste nell’accordo e per il 2016 secondo le proiezioni fatte saranno impiegate oltre 1.200 persone.
Nel frattempo sono stati sbloccati interventi importanti come quello che riguarda la costruzione della Green Refinery: la costruzione è stata avviata all’inizio di aprile e a fine luglio sono stati emessi i primi ordini di acquisto per i materiali mentre sono in corso le gare per com- pletare l’approvvigionamento delle apparecchiature e materiale per la realizzazione della prima fase. Sul fronte autorizzativo, sempre per quanto concerne la Green Refinery, il 7 luglio è stata inoltrata l’istanza al ministero per l’Ambiente per l’autorizzazione integrata ViaAia della fase di riconversione che prevede l’utilizzo dello stream reforming e dell’impianto per il trattamento dell’olio di palma. Questi insieme a tanti altri interventi sul fronte della formazione, della cosiddetta alternanza scuola-lavoro e soprattutto della sicurezza e del risanamento ambientale.
In quest’ultimo caso tutte le attività di bonifica autorizzate per le società del gruppo Eni operanti sul territorio (Syndial, Isaf, RaGe, EniMed) sono concluse o in corso di realizzazione: dalla firma del protocollo in questo caso sono stati spesi circa 65 milioni e avviati 26 cantieri, di cui 6 già completati, nonostante vi siano stati ritardi nel rilascio delle autorizzazioni. E continua anche l’attività di reindustrializzazione dell’area grazie all’avviso, curato da Confindustria, per cercare di attrarre nuove imprese sula spinta delle condizioni favorevoli create anche dall’Eni: «Nella prima fase, quella della manifestazione di interesse - dice Rosario Amarù, presidente di Confindustria Centro Sicilia - sono arrivate 14 candidature. Queste imprese hanno superato anche la preselezione fatta da Eni. Sono tutte imprese locali ma questo ha per noi un grande significato politico: significa che il sistema delle imprese crede ancora nello sviluppo di quest’area. Con il riconoscimento di “Area di crisi complessa” Gela può fare di più, proseguendo sulla via della reindustrializzazione che superi la monocommittenza dettata dalla presenza dell’Eni puntando allo sviluppo anche di altri settori dimostrando che si può, qui, vivere e crescere guardando al mercato».
«Giudichiamo positivamente come stanno andando le cose - dice il segretario della Camera del lavoro di Caltanissetta Ignazio Giudice -, chiederemo comunque al prefetto un incontro per definire alcune questioni: una riguarda la destinazione dei fondi compensativi versati da Eni, a noi sembra che non vi sia un progetto chiaro su questi 32 milioni di euro e che sia necessario intervenire con regole chiare». Ma il punto su cui i sindacalisti sia spettano novità è quello che riguarda lo sviluppo del progetto offshore a gas di Argo e Cassiopea «che è poi la parte maggiore dell’investimento pianificato da Eni».
Ma di questo si discuterà a settembre nell’ambito della riunione convocata al ministero. Anche perché a settembre dovrebbero arrivare notizie sul fronte del contenzioso amministrativo che si è aperto con il ricorso presentato da quattro Comuni e da associazioni ambientaliste contro il rilascio del decreto di Via e della concessione. In questo caso Eni ha quasi completato la fase di ingegnerizzazione condotta a Gela da un team di 60 ingegneri mentre la fase realizzativa è stata riprogrammata in attesa dell’esito del ricorso che oggi pende di fronte al Consiglio di Stato dopo la sentenza del Tar che aveva dato ragione a Eni e a Edison: il 9 giugno si è tenuta la prima udienza di merito e la sentenza è attesa entro settembre.
RICONVERSIONE Sbloccata la costruzione della Green Refinery, su cui è stata presentata la richiesta di Via-Aia, destinata all’olio di palma