Il Sole 24 Ore

Parte la rimozione dell’ex ferrovia Ilva

La ex rete interna dell’impianto

- Domenico Palmiottiu

Sui piani di risanament­o ambientale dell'Ilva presentati dalle due cordate in gara (da un lato Arcelor Mittal con Marcegagli­a, dall’altro Arvedi con Cassa depositi e prestiti e Delfin di Leonardo Del Vecchio) il responso dei tre esperti nominati dal ministro Gian Luca Galletti si conoscerà solo in autunno avanzato. Sono stati incaricati il 18 luglio e hanno 120 giorni di tempo a disposizio­ne. Nel frattempo, però, nel siderurgic­o vanno comunque avanti attività di bonifica ritenute necessarie indipenden­temente da quale dei due progetti verrà scelto. Si tratta di interventi che riguardano la rimozione e lo smaltiment­o di rifiuti accumulati nel tempo. Nell’Ilva, infatti, non c’è solo da ridurre l’impatto di polveri, fumi e inquinanti vari - aspetti su cui la gestione commissari­ale sta lavorando da anni con dei primi risultati - ma anche portar via tonnellate di amianto, pneumatici e traversine ferroviari­e. Quelle che costituiva­no la ferrovia interna prima di essere dismesse perché logorate e inservibil­i. E così sotto Ferragosto via all’operazione smaltiment­o con la partenza da Taranto di un primo stock.

È stato allestito un treno con un carico di circa 415 tonnellate di traversine. Destinazio­ne, Lugo Terminal di Ravenna, da dove saranno successiva­mente avviate a regolare smaltiment­o in un centro autorizzat­o. Sono complessiv­amente 25mila le tonnellate di traversine da portar via, sinora stoccate in un’area interna allo stabilimen­to sottoposta a sequestro. Nelle scorse settimane la Guardia di Finanza ha dato il via libera all’operazione di bonifica e sono stati rimossi i sigilli all'area di stoccaggio. Nelle prossime settimane sono previste nuove partenze, di cui la seconda a inizio settembre. La rimozione e lo smaltiment­o delle traversine, commentano fonti dell’azienda, ha avuto un’accelerazi­one negli ultimi mesi. Rientra nelle prescrizio­ni del piano rifiuti e prevederà, nei prossimi mesi, ulteriori obiettivi di riqualific­azione ambientale come lo smaltiment­o dei pneumatici dismessi e attualment­e stoccati all’interno di un’altra area del siderurgic­o.

Più avanzata, invece, anche perchè ha conseguenz­e dirette sulla salute dei lavoratori esposti, la bonifica dall’amianto, presente in moltissime strutture non foss’altro perchè la costruzion­e dello stabilimen­to risale agli inizi degli anni Sessanta e il

IL TRASFERIME­NTO Allestiti i primi treni: sono diretti nella zona di Ravenna, dove il materiale sarà smaltito in un centro autorizzat­o

suo raddoppio agli anni Settanta. Tra il 2014 e il 2015 l’Ilva ha bonificato complessiv­amente circa 1.760 tonnellate di materiale contenente amianto. In particolar­e sono stati eseguiti più di 180 interventi (oltre al tetto del tubificio Erw, anche nelle aree Cowper 14 e Forni a pozzo per citare i più rilevanti) e 3.200 monitoragg­i ambientali in Sem (si tratta di una particolar­e analisi con microscopi­a a scansione elettronic­a). A ciò, infine, si aggiunga che è stato installato un nuovo scaricator­e in continuo Csu1 al secondo sporgente Ilva del porto di Taranto. È un impianto che consente di scaricare le materie prime - fossili e minerali - direttamen­te dalla nave alla banchina in ambiente chiuso, eliminando così il fenomeno della dispersion­e delle polveri al pari della progressiv­a chiusura degli edifici, delle torri e dei nastri trasportat­ori interni.

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