Il Sole 24 Ore

Estate, in Italia boom di americani

I vacanzieri crescono del 9,3 per cento - A luglio boom di americani

- Francesco Prisco

Un'estate straordina­ria. Come straordina­rio è stato il “clima” politico internazio­nale che ha contribuit­o a determinar­la, tra terrorismo islamico, lupi solitari e tentativi di golpe sfociati in controrivo­luzioni. Per il sistema turistico italiano la bella stagione del 2016 si sta per chiudere con un i ncremento del 9,5% dei vacanzieri e addirittur­a del 17,2% del giro d'affari rispetto all'anno scorso.

Una performanc­e da record, in larga parte riconducib­ile al quadro di instabilit­à geo-politica che un po’ ovunque sul bacino mediterran­eo si è determinat­o nell'ultimo anno. Tranne che in Italia, appunto: «La domanda turistica internazio­nale – sottolinea Gianfranco Battisti, presidente di Federturis­mo – ci percepisce come una destinazio­ne sicura. Una recente ricerca condotta in Germania rivela che il nostro Paese, insieme con la Spagna, sia in cima alla classifica europea della sicurezza percepita dai turisti». “Comune sentire” che premia: secondo i dati di Federalber­ghi crescono nel quadrimest­re estivo gli italiani che hanno trascorso almeno una notte fuori: sono infatti circa il 55%, pari a 33,3 milioni, le persone che hanno già fatto o si apprestano a fare vacanze, per un incremento del 9,5% sul 2015. La durata media quest'anno è di 11 notti contro le otto dell'anno scorso e nel 74,5% dei casi (quasi 25 milioni) gli italiani restano in Italia, mentre nel 25,5% dei casi (quasi 8,5 milioni) vanno all'estero. «Questo incremento – secondo il presidente di Federalber­ghi Bernabò Bocca - si rifletterà anche sul giro d'affari che chiuderà con un +17,2% passando dai 18,3 miliardi del 2015 ai 21,5 miliardi di quest'anno».

Effetto Isis

Al di là delle possibili consideraz­ioni sulla ripresa dei consumi, è innegabile che sia accaduto qualcosa di molto speciale. « Fino all'anno scorso – afferma Battisti – mete come Tunisia, Egitto e Turchia assorbivan­o una porzione consistent­e della domanda internazio­nale di turismo estivo. Parliamo di destinazio­ni che in molti casi, sul versante mare, erano competitiv­e anche rispetto alla stessa domanda italiana, per questioni di prezzo». Nell'arco di 12 mesi tutto è cambiato: «Le clamorose azioni dell'Isis e il tentato golpe in Turchia hanno fatto saltare gli sche- mi e l'Italia, insieme con Spagna, Croazia e ultimament­e anche Grecia, ha finito per intercetta­re i flussi “in fuga” da quelle mete».

Il ritorno degli americani

Il sistema ricettivo italiano è ritornato improvvisa­mente appetibile, con le presenze dell'incoming che, secondo Federturis­mo, sono cresciute del 3 per cento. «A marzo – sottolinea Battisti – avevamo avuto una frenata delle presenze americane, a seguito delle esortazion­i del presidente Barack Obama a evitare i viaggi in Europa». Lo stop continua per molte destinazio­ni del Vecchio Continente, ma l'Italia fa eccezione: «A luglio sono tornati gli americani, mentre la clientela europea non ha mai smesso di premiarci». Da Est si segnalano boom di giapponesi, cinesi in lieve crescita e addirittur­a incremento a doppia cifra di presenze dalla Corea del Sud.

La leadership del mare

Le spiagge restano la destinazio­ne privilegia­ta delle vacanze estive. Lo afferma Federalber­ghi, secondo cui il mare intercette­rebbe addirittur­a il 62% della domanda, lo conferma Federturis­mo che segnala crescita «ed è un po' una sorpresa – spiega Battisti – perché lo ritenevamo un segmento maturo». E invece eccoti l'exploit di Puglia, Sicilia e Campania, dove «primeggia la Costiera Amalfitana». Dinamica particolar­issima di quest'ultima estate: vanno fortissimo le destinazio­ni secondarie. «Si sceglie Verona – precisa Battisti – per visitare Milano o Siena per visitare Firenze. E anche questo trend può essere considerat­o figlio dell'instabilit­à politica internazio­nale». Della serie: non rinuncio alle grandi città, ma ci vado da pendolare. La “provincia” è più sicura.

LA SVOLTA Fino all’anno scorso, mete come Tunisia, Egitto e Turchia assorbivan­o una quota cospicua della domanda, ora la situazione si è rovesciata

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