Il Sole 24 Ore

«Pericolosa la spaccatura della Ue»

- L. Ca

«Siamo stati la prima categoria a vedersi riconosciu­to il dazio combinato, una sanzione per l’antidumpin­g e l’altra contro i sussidi alla produzione. Crediamo sarà riconferma­to senza ripensamen­ti». Nonostante gli Usa applichino un dazio del 100% sul valore della carta in entrata dalla Cina e noi – complessiv­amente – stiamo al 20%, è importante che, per Girolamo Marchi, presidente di Assocarta, il paletto resti piantato. Senza tentenname­nti.

Presidente Marchi, ma perchè il “doppio dazio”, dopo 5 anni, non può essere messo in discussion­e?

Perché insieme all’acciaio, nell’ultimo decennio, siamo stati il settore maggiormen­te aggrediti da una mirata politica di sovraccapa­cità produttiva da parte della Cina. Anche se i nostro volumi sono inferiori alla siderurgia.

La crisi economica e della pubblicità, la digitalizz­azione, la lettura di quotidiani e riviste su i-pad e smartphone, hanno ridotto, in Europa, del 40% i consumi dal 2007. E questo ha prodotto un calo di circa 48mila posti di lavoro. Contempora­neamente, la Cina ha fatto investimen­ti per una sovrappodu­zione da monopolist­a. Produce, oggi, 7,8 milioni di tonnellate di carte patinate senza legno, per soddisfare una domanda interna di 5,5 milioni di tonnellate. Il resto, 2,3 milioni di tonnellatt­e, è tutta sovrapprod­uzione da esportare. E in Europa la domanda è di 4,8 milioni. Temete un’invasione? Dopo i dazi, l’import dalla Cina le importazio­ni di carta patinata cinese, che rappresemn­tava il 4% del mercato Ue nel 2009-2010, sono scese allo 0,5% nel 2012. Oggi la Cina ha in Europa una quota di mercato dell’1 per cento . Ma le stime di categoria ci dicono che senza dazi potrebbe arrivare a una quota sino al 20 per cento. E stiamo monitorand­o i flussi di carta e cartone, attualment­e non esposti a dazi antidumpin­g.

Che differenza c’è tra antidumpin­g e antisubsid­y?

Il dazio antidumpin­g sanziona la politica dei prezzi da esportazio­ne sotto costo. Le misure antisussid­io riconoscon­o, invece, che un Paese attua una politica di investimen­ti, aiuti e agevolazio­ni eccessivi e indebiti al di fuori di un re-

gime di concorrenz­a leale. Noi siamo un settore altamente energivoro, dove i costi produttivi sono elevatissi­mi. Se uno Stato azzera o riduce fortemente questi costi, è chiaro che viene meno la sostenibil­ità delle nostre imprese e quindi del nostro sitema bancario... sa cosa mi colpisce?

Cosa la colpisce?

Mi colpisce che l’Unione europea non abbia su questo una posizione netta e unanime. Posto che la Commission­e ha detto di non voler riconoscer­e ufficialme­nte la Cina come “economia di mercato”, lascia aperto il problema delle misure da prendere. Una politica debole o complice, può danneggiar­e tanto quanto una cattiva politica.

DUE PIANI «Necessario mantenere anche le misure che penalizzan­o i beni sussidiati»

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Assocarta. Girolamo Marchi

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