La Borsa punta a un’intesa su Premium
Il mercato scommette su una nuova offerta di Vivendi a Mediaset
Piazza Affari punta su una nuova proposta di Vivendi per Mediaset Premium. Ieri il titolo del Biscione, complici anche alcune ricoperture tecniche, è balzato del 4,94% a 2,802 euro. Un rally frutto principalmente delle attese del mercato circa una possibile ricomposizione della frattura fra il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi e il colosso transalpino. Vivendi, dopo un iniziale no comment, ha precisato che «negli ultimi 15 giorni non c’è stata alcuna evoluzione sul dossier Mediaset Premium». D’altra parte, gli advisor si sarebbero rimessi al lavoro proprio nelle ultime ore per provare a individuare uno schema alternativo a quello definito «irrice- vibile» dal Biscione il 25 luglio scorso quando la compagnia d’Oltralpe ha cambiato le carte in tavola presentando un’offerta differente rispetto al precedente contratto. Al lavoro sul tema ci sarebbe, seppure in maniera informale, anche Mediobanca. Piazzetta Cuccia potrebbe rivestire quel ruolo di mediatore certamente indispensabile per evitare che la vicenda, assai complessa, finisca a carte bollate. Da capire, in ogni caso, come potrebbe reagire il Biscione a una nuova offerta considerato che il vertice è fermo sulla posizione inizialmente espressa: «Per Mediaset è valido il contratto firmato l’8 aprile scorso».
Piazza Affari punta su una nuova proposta di Vivendi per Mediaset Premium. Ieri il titolo del Biscione, complici anche alcune ricoperture tecniche, è balzato del 4,94% a 2,802 euro. Un rally frutto principalmente delle attese del mercato circa una possibile ricomposizione della frattura fra il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi e il colosso transalpino. D’altra parte, le azioni di Cologno Monzese, dallo strappo con Vivendi sul contratto per la pay-tv firmato l’8 aprile scorso, hanno perso ben il 17% del proprio valore.
Ieri parte di quanto bruciato è stato recuperato anche grazie alle ipotesi che la compagnia transalpina stia rimettendo mano al dossier. Vivendi, dopo un iniziale no comment, ha precisato che «negli ultimi 15 giorni non c’è stata alcuna evoluzione sul dossier Mediaset Premium». D’altra parte, gli advisor si sarebbero rimessi al lavoro proprio nelle ultime ore per provare a individuare uno schema alternativo a quello definito «irricevibile» dal Biscione il 25 luglio scorso quando la compagnia d’Oltralpe ha cambiato le carte in tavola presentando un’offerta differente rispetto al precedente contratto. Al lavoro sul tema ci sarebbe, seppure in maniera informale, anche Mediobanca. Piazzetta Cuccia potrebbe rivestire quel ruolo di mediatore certamente indispensabile per evitare che la vicenda, assai complessa, finisca a carte bollate.
In quest’ottica, l’idea al momento più plausibile è che Vivendi faccia recapitare a Mediaset una nuova offerta verso fine agosto, al più inizio settembre. A valle cioé del consiglio di amministrazione del prossimo 25 agosto in cui verranno discussi i conti del semestre e durante il quale, con ogni probabilità, si cercherà di fare il punto della situazione. Circa i contenuti della nuova proposta, ogni indicazione potrebbe risultare prematura. Qualche tempo fa un report di Mediobanca aveva ipotizzato un coinvolgimento di una compagnia telefonica nella partita, oggetto che industrialmente potrebbe rivelarsi utile come “distributore” dei contenuti esclusivi che Mediaset e Vivendi avevano in mente di produrre. In quest’ottica, va ricordato che Telefonica è già socia di Premium con una quota di poco superiore all’11% del capitale.
Da capire, in ogni caso, come potrebbe reagire il Biscione a una nuova offerta. Allo stato attuale, il vertice di Cologno Monzese non è ancora stato contattato dai francesi e in ogni caso, la posizione sarebbe ferma rispetto a quanto già espresso nelle settimane scorse: «Per Mediaset è valido il contratto firmato l’8 aprile scorso» e a quello si dovrà dare esecuzione.
Mediaset e Vivendi hanno firmato un accordo vincolante in aprile che prevedeva la cessione del 100% di Premium ai transalpini e uno scambio azionario reciproco del 3,5% del capitale delle rispettive capogruppo. Sull’intesa, che nelle intenzioni andava completata entro il 30 settembre, è arrivato lo stop di Vivendi con una lettera a fine luglio che annunciava l’intenzione di non procedere alla ratifica di quell’accordo ma che sottoponeva a Mediaset una nuova soluzione: confermato lo scambio del 3,5% del capitale ma a fronte dell’acquisto di appena il 20% della paytv e la successiva ascesa di Vivendi nell’azionariato del Biscione fino al 15% grazie all’emissione di un prestito obbligazionario convertibile.
Il gruppo di Vincent Bolloré ha giustificato il dietrofront con le cattive prospettive di Premium alla luce del business plan che al momento fissa nel 2017 il raggiungimento del break even: tale obiettivo è, secondo il management di Vivendi, impossibile da centrare. La mossa, e soprattutto la controproposta francese, è stata invece interpretata da Mediaset, e dal suo azionista Fininvest, come un tentativo di mettere le mani sul gruppo tv italiano attraverso operazioni finanziarie (scambio azionario e bond convertibile). Per questo Mediaset, almeno fino alla scadenza del 30 settembre, resterà ferma nel chiedere il rispetto dell’accordo firmato. Un analista, tuttavia, ritiene che alla fine, dovrà essere individuato un compromesso. Mediaset, dopo il passo indietro di Vivendi, ha riclassificato la pay-tv come attività in funzionamento e il business ha segnato nel primo semestre perdite per 100 milioni. Non va poi dimenticato quanto sia cruciale per l’esecuzione del piano la strategia industriale di Premium. E rispetto a ciò vanno ricordati alcuni aspetti chiave: la società è in piena campagna di lancio della prossima stagione televisiva e nei primi mesi del 2017 sarà chiamata a valutare due appuntamenti chiave, ossia la gara per i diritti della Champions League 2018-20 e quella per i diritti del campionato di Serie A 2018-20.