Harley-Davidson multata negli Usa
Maxi-sanzione da 12 milioni di dollari per le motociclette simbolo Usa
Anche i culti hanno i loro peccati. Così Harley-Davidson, idolo indiscusso della religione laica della moto negli Stati Uniti, ha deciso di pagare per i suoi: una multa da 12 milioni di dollari, per l’esattezza, scattata per essersi fatta tentare da un desiderio illecito che aveva già tradito il colosso tedesco dell’auto Volkswagen. Quello di ingannare le autorità ambientali sulle emissioni dei veicoli.
La Harley si è inoltre impegnata in futuro a far sentire il rombo dei suoi motori soltanto sulla retta via.
Non venderà più componenti considerate illegali ai fedeli centauri, cioè i cosiddetti “defeat-devices” disegnati per eludere i controlli e moltiplicare segretamente l’inquinamento.
Harley verserà la sanzione al Dipartimento della Giustizia per aver venduto, dal 2008, ben 340mila “super tuner”.
Un comportamento che ha violato le prescrizioni del Clean Air Act, la legislazione sull’inquinamento atmosferico e che cesserà a partire dal 23 agosto. La società riacquisterà o ritirerà dal mercato tutte le esistenti tecnologie per distruggerle.
Per buona misura, il governo ha inoltre punito la casa di Milwaukee per aver messo sul mercato 12.600 motociclette prive del necessario certificato dell’Ente per la Protezione Ambientale sulla loro performance quando si tratta di emissioni. E imposto un investimento da 3 milioni di dollari in un separato programma per la riduzione dell’inquinamento.
«Dato il ruolo di primo piano della Harley-David-
son nel settore - ha indicato John Cruden, il reonsabile della divisione ambiente del Dipartimento della Giustizia - l’accordo rappresenta un significativo passo avanti nella lotta all’uso di defeat-devices che causano dannoso inquinamento nelle strade e nelle comunità».
Harley ha difeso la sua buona fede: ha detto di aver venduto per vent’anni le componenti messe al bando facendo leva sull’interpretazione estensiva di una norma più flessibile sulle tecnologie permesse in condizioni di gara. Un’interpretazione ora bocciata di gran corsa dalla giustizia statunitense.
SUPER TUNER La Casa ha prodotto 340mila dispositivi illegali «super tuner» che una volta installati sulle moto rilasciavano più emissioni di quelle certificate