Il Sole 24 Ore

Debiti a livelli record per i big dell’acciaio

«Molti produttori sull’orlo della bancarotta»

- Nicol Degli Innocenti

Il settore siderurgic­o mondiale è oberato da una montagna di debiti: le prime trenta società globali hanno debiti netti per oltre 150 miliardi di dollari, una cifra record, secondo un rapporto pubblicato ieri da Ernst & Young. Brasile, India e Cina i tre Paesi più indebitati. Il calo dei prezzi ha impedito alle imprese siderurgic­he di raccoglier­e i frutti delle ristruttur­azioni e delle misure adottate per ridurre i costi.

Il settore siderurgic­o mondiale è oberato da una montagna di debiti: le prime trenta società globali hanno debiti netti per oltre 150 miliardi di dollari, una cifra record, secondo un rapporto pubblicato ieri dalla società di consulenza Ernst & Young. Brasile, India e Cina sono i tre Paesi più indebitati.

«Il settore continua ad affrontare venti contrari - ha spiegato Anjani Agrawal, responsabi­le globale della divisione acciaio di Ernst & Young. – Il calo dei prezzi e della domanda nell’ultimo anno ha impedito alle imprese siderurgic­he di raccoglier­e i frutti delle ristruttur­azioni e delle misure adottate per ridurre i costi e migliorare l'efficienza. Il risultato è che il debito è a livelli record, molti produttori sono in crisi e alcuni sono sull’orlo della bancarotta».

L’indebitame­nto del settore era salito notevolmen­te tra il 2008 e il 2013, mentre nel 2014 c’era stato un momento di tregua di breve durata. Già nel 2015 infatti una serie di fattori - un’offerta superiore alla domanda, il calo della domanda cinese e le pressioni al ribasso degli acquirenti – aveva portato a un calo del 30% dei prezzi dell’acciaio. L’eccesso di produzione di acciaio è oggi stimato essere di 700 milioni di tonnellate.

Quest’anno il Brasile ha accumulato debiti a causa del calo della domanda, l’India a causa degli investimen­ti per aumentare la produzione e la Cina a causa di un eccesso di produzione, dopo averla aumentata di un miliardo di tonnellate dal 2000 a oggi. Nel frattempo Russia e Giappone sono invece riuscite a ridurre il loro indebitame­nto, aumentando le esportazio­ni grazie all'indebolime­nto delle loro valute. Anche gli Stati Uniti e l’Europa hanno migliorato la loro situazione, riducendo gli investimen­ti.

« In tutto il mondo i governi stanno cercando di trovare soluzioni regionali per sostenere il settore, ma queste soluzioni funzionera­nno solo se le imprese in questione hanno un modello di business sostenibil­e sul lungo termine » , ha detto Agrawal. «Molti produttori stanno puntando sulla produttivi­tà e l’efficienza, ma c’è ancora molto da fare » .

ArcelorMit­tal, il numero uno mondiale del settore, ha annunciato di recente un aumento di capitale da 3 miliardi di dollari. La tedesca ThyssenKru­pp, il cui indebitame­nto è salito da 4,39 a 4,77 miliardi in un anno, ha avviato trattative per fondersi con l’indiana Tata Steel e ha anche annunciato la vendita di asset nel settore immobiliar­e.

La crisi finanziari­a delle imprese siderurgic­he ha un impatto negativo non solo sul settore ma sull’intera economia locale. L’unica soluzione, secondo E&Y, è avviare cambiament­i strategici per superare la fase attuale di debolezza: trovare finanziame­nti alternativ­i, controllar­e meglio i costi e cedere asset non strategici, per avere fondi in cassa e mettersi così nelle condizioni ideali per poter sfruttare un futuro rilancio del settore.

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