Il Sole 24 Ore

L’autunno caldo delle Popolari in vista del passaggio alla Spa

- L. D.

Non saranno solo la Banca Popolare di Milano e il Banco Popolare a tenere alta l’attenzione degli investitor­i nei prossimi mesi in vista della loro fusione.

L’autunno “caldo” delle banche popolari sarà contrasseg­nato da un’ondata di assemblee straordina­rie. Tutti passaggi decisivi per la storia delle cooperativ­e. Sono diversi infatti gli istituti coinvolti nella riforma di trasformaz­ione in Spa. Varata dal governo Renzi-Padoan all’inizio del 2015, la legge impone entro la fine del 2016 il cambio di statuto. Dopo che, nei mesi scorsi, hanno detto sì alla Spa Ubi, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, in ottobre (e al più tardi novembre) saranno chiamate all’ appello B per, Popolare di Sondrio, Credito Valtelline­se e Popolare di Bari.

Un addio, quello al voto capitario, che potrebbe spalancare la porta alle tante attese fusioni del comparto. I ragionamen­ti, più o meno celati, tra istituti sono in corso da tempo. A muoversi potrebbe essere anzitutto Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La banca guidata da Alessandro Vandelli, che oggi può contare su uno dei livelli di patrimonia­li zz azione più alti del sistema( C et 1 ratio al 14,5%), è considerat­o dagli osservator­i un soggetto in grado di giocare un ruolo di primo piano nel risiko tra banche medie che potrebbe scattare a valle del passaggio alla Spa. Tra gli obiettivi potenziali c’è sempre stata Veneto Banca, anche se dopo l’ingresso nel capitale dell’ex popolare veneta da parte di Atlante – soggetto oggi concentrat­o sul dossier Mps – gli entusiasmi sembrano essersi raffreddat­i. Bper è peraltro alle prese con la creazione di un nocciolo duro di azionisti. Lo stesso Vandelli nei giorni scorsi si diceva fiducioso di avere una «buona composizio­ne della struttura azionaria» prima della trasformaz­ione in spa o comunque dell’assemblea 2017, grazie alla partecipaz­ione di «famiglie storiche legate al territorio, della Fondazione Banco di Sardegna e di altri investitor­i istituzion­ali».

Non è un segreto che da Modena, in una logica di crescita, si guardi verso la Valtellina, dove sia il Creval che Banca Popolare di Sondrio saranno alle prese, a loro volta, con il medesimo passaggio alla Spa. La banca presieduta da Miro Fiordi più volte ha lanciato messaggi di interesse ai “cugini” di Pop. Sondrio, che però da parte loro appaiono desiderosi di mantenere l’autonomia. Ecco perché in tanti scommetton­o su una possibile fusio-

L’ADDIO ALLA COOPERATIV­A Entro fine anno attese le assemblee di Bper Popolare di Sondrio, Credito Valtelline­se e Popolare di Bari

ne tra Creval e Bper, che non avrebbero problemi di sovrapposi­zione geografica e già si trovano alleate sul fronte del risparmio gestito, vista la comparteci­pazione in Arca.

Sempre in ottobre è attesa la trasformaz­ione in Spa di Banca Popolare di Bari. Pur non essendo quotato , l’istituto guidato dalla famiglia Jacobini (e in cui Aviva detiene da marzo una quota di 20 milioni di capitale) appare attivo sul fronte dell’M&A. Dopo la fusione di Tercas, non è escluso che la banca possa tornare in gioco, a settembre, nella partita relativa all’acquisizio­ne di Carichieti, una delle quattro banche regionali finite in risoluzion­e e in attesa di un compratore.

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