Società minori, iter più leggero
Ai fini della verifica della recuperabilità delle immobilizzazioni il confronto avviene tra il valore netto contabile iscritto in bilancio e la capacità di ammortamento dei futuri esercizi. Sono stimati i flussi reddituali futuri riferibili alla struttura produttiva nel suo complesso e non quelli derivanti dalla singola immobilizzazione. Tuttavia, se l’impresa ha una struttura produttiva segmentata in rami d’azienda che producono flussi di ricavi autonomi, il principio raccomanda di fare riferimento ai singoli rami: in tale situazione è necessario individuare opportuni criteri per la ripartizione dei costi indiretti (ad esempio oneri finanziari).
Nel caso in cui, al termine del periodo di previsione esplicita della capacità di ammortamento, per alcune immobilizzazioni residua un valore economico significativo, tale valore, determinato sulla base dei flussi di benefici netti che si ritiene l’immobilizzazione possa produrre negli anni successivi all’ultimo anno di previsione esplicita, concorre alla determinazione della capacità di ammortamento: in sostanza, alla capacità di ammortamento si somma l’eventuale valore economico - quale differenza con il valore netto contabile - che residua al termine del periodo di previsione (si veda l’esempio in pagina). La nuova versione del principio chiarisce il concet- to di valore economico significativo, costituito dal valore terminale di realizzo dell’immobilizzazione al termine dell’orizzonte di previsione esplicita che è significativamente superiore al valore netto contabile a tale data.
L’orizzonte temporale di riferimento non supera, generalmente, i cinque anni.
L’eventuale perdita è attribuita prioritariamente all’avviamento, se iscritto in bilancio, e successivamente, alle altre immobilizzazioni, in proporzione al valore netto contabile: se è possibile effettuare l’imputazione diretta, la perdita è attribuita alle singole immobilizzazioni.