Il Sole 24 Ore

Borse in rosso, Milano perde il 2,18%

Sui listini europei tornano a prevalere le vendite sui titoli bancar i - Sotto pressione anche auto, assicurazi­oni ed energetici Sterlina in caduta (sotto 1,31 dollari) sui nuovi timori per i tempi della Brexit

- Fontana e Franceschi­u pagina 3

Primo vero stop d’agosto per Piazza Affari, maglia nera tra le Borse europee tutte in calo (-2,18%): pesano le vendite su banche e assicurazi­oni dopo le nuove preoccupaz­ioni Bce sulla tenuta. Sterlina in calo per i rumors sui tempi di Brexit: Londra pronta ad attivare la procedura ad aprile.

pF ine della tregua sui bancari: così sentenzia una casa di investimen­to davanti al ritorno delle vendite sul settore del credito che, in una settimana, a Milano ha perso il 7,5%, stando all’indice Ftse Italia Banche, e sui listini dell’eurozona è arretrato di oltre il 5%. La tregua era cominciata a inizio agosto, una volta assorbito il risultato degli stress test dell'Eba che aveva decretato la resistenza del sistema bancario europeo a un eventuale shock severo, ed è terminata quando i verbali dell'ultima riunione della Bce, quella del 21 luglio scorso, sono tornati a parlare di «vulnerabil­ità» degli istituti quando si affaccia sullo scenario internazio­nale uno shock capace di mettere a rischio la ripresa europea.

Una coincidenz­a probabilme­nte, visto che le valutazion­i di Francofort­e erano già emerse giovedì senza provocare scossoni immediati e che la seduta di ieri ha dovuto fare i conti soprattutt­o con il nervosismo che accompagna le scadenze mensili dei contratti futures sulle opzioni e sulle azioni.

In questo scenario comunque, Piazza Affari ha presto rotto il supporto tecnico dei 16500 punti nel Ftse Mib scivolando fino a perdere oltre il 2% mentre i principali istituti quotati hanno riportato perdite tra il 4% e il 5%. Unicredit, secondo alcuni penalizzat­a anche da nuove voci di una uscita del titolo dall'indice Eurostoxx5­0 in occasione della prossima revisione del paniere fissata per il 31 agosto, è stata la peggiore scivolando del 6,3%.

Oltre alle banche è proseguita la correzione degli assicurati­vi (-3,2% Generali e -4,1% Unipolsai) e del comparto automobili (-3% Fiat Chrysler) sul quale Goldman Sachs predica cautela vedendo dietro l'angolo il picco del ciclo positivo delle vendite in Usa e Europa e temendo cambiament­i struttural­i nel settore dopo il caso “dieselgate” e l'avanzata dei progetti di auto elettrica.

Questi tre settori, insieme ai minerari, sono stati i principali bersagli anche nel resto d'Europa ma con impatti più contenuti sugli indici degli altri listini. Se quindi Deutsche Bank ha ceduto oltre il 3% e le auto tedesche sono state ben vendute, Francofort­e ha accusato un limitato -0,5% arrotondan­do a -1,5% la performanc­e settima- nale. Così ha fatto anche Parigi (-0,8% ieri) per la quale il saldo nell'ottava è di -2,2%.

Al di là del recupero ferragosta­no comunque l'appeal dell'azionario europeo resta debole se Bank of America segnala che i deflussi da strumenti investiti nell'equity europeo si susseguano da 28 settimane consecutiv­e mentre si continua a scommetter­e su Wall Street, che non accenna ad abbondare i massimi storici, e sulle piazze dei Paesi emergenti. Il dietrofron­t di ieri comunque viene anche attribuito alla volontà da parte degli investitor­i di mettere subito a profitto il recupero di inizio mese in vista di un finale di agosto più ricco di indicatori macroecono­mici a cominciare dalla prossima settimana con l'indice Pmi dell'attività manifattur­iera dell'eurozona, l'Ifo tedesco e il Pil annualizza­to americano del secondo trimestre.

In calendario c'è poi il Simposio di Jackson Hole che, secondo quanto notano le statistich­e, solo una volta negli ultimi dieci anni si è rivelato un «market mover» ma da cui è attesa una parola chiara di Janet Yellen, numero uno della Federal Reserve, sulle chance di stretta ai tassi americani entro fine anno.

Con diversi rappresent­anti della banca centrale americana a fare a gara nel confondere gli investitor­i sui tempi e sul numero degli interventi della Fed sul costo del denaro, il dollaro si è confermato ai minimi degli ultimi due mesi nei confronti della moneta unica sopra quota 1,13 per un euro mentre l'attenzione sul mercato valutario si è spostata soprattutt­o sulla sterlina.

Il pound è scivolato nel pomeriggio a 1,30 dollari e ha sfiorato quota 0,87 per un euro dopo i rumors secondo cui Londra sarebbe intenziona­ta ad avviare la procedura Brexit, mediante ricorso all'articolo 50 della trattato sull'Unione europea, nella prima parte del 2017 e quindi prima delle elezioni francesi e tedesche. Al momento la posizione del governo May è per non avviare il processo prima di fine 2016.

La maggior cautela sulle piazze finanziari­e si è tradotta anche in vendite sui governativ­i dell'Europa del Sud: il rendimento del Btp decennale è così tornato a 1,13% e quello del pari scadenza spagnolo, dopo aver toccato i minimi a 0,91%, è risalito a 0,96%, anche se gli spread sono rimasti sostanzial­mente stabili ( si veda altro articolo in pagina). Tensione maggiore sul Portogallo con lo yield ai massimi da tre settimane sopra il 3% sul timore dei giudizi dell'agenzie di rating sul debito di Lisbona.

CREDITO Fra i big delle banche, a Milano UniCredit perde il 6,3%, a Francofort­e Deutsche Bank cede il 3,12%

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